lunedì 20 settembre 2010

Settembre, andiamo è tempo di ...

Primo giorno d'autunno. Mi ricordo da piccola come accoglievo con gioia ogni cambio di stagione.
Noi bambine, alle prime avvisaglie di pioggia, ci mettevamo un asciugamano sulla testa e uscivamo fuori in strada o in cortile. Poi andavamo dall'una all'altra a bisbigliarci all'orecchio: "Sentìa na' goccia d'acqua e mi dissi chi tu si storta, (o scema o stupida o cretina) ma nessuna si offendeva perché poi ricambiava il favore.
E poi dopo le interminabili estati calabre un po' di fresco non guastava...
Era anche il tempo del rientro a scuola, che all'epoca avveniva il primo ottobre e quindi i preparativi le aspettative la curiosità, il piacere di ritrovare le compagne di classe, almeno quelle che erano tue amiche.
Alcune me le ricordo per cognome. Di altre rivedo la faccia, altre ancora le ho dimenticate del tutto.
Mi ricordo di Mangano, che copiava sempre (sua mamma le aveva tradotto tutte le versioni dal greco contenute nel libro usato dalla professoressa), fu l'unica a copiare dal bignami perfino il compito di italiano a tema libero.
Quella volta, chi più chi meno, avevamo fatto tutte bene: alcune tradizionaliste ispirandosi al caro nonno defunto e simili, con uso e abuso di buoni sentimenti; l'avanguardia intellettuale affrontando i grandi temi: fame nell'India, pace nel mondo, droga, rapporto intergenerazionale... naturalmente condendo il tutto con una grattugiatina di luoghi comuni e di sentito dire.
Lei si era prodotta in un componimento dal titolo "Istantanee da un treno in corsa"!
L' insegnante (una toscana, mi pare di Pisa, che tutte noi adoravamo) si arrabbiò moltissimo e disse che l'avrebbe rimandata a settembre se quell'anno non ci fossero stati gli esami di quinta ginnasio. Così anche quella volta Mangano la fece franca.
Non pensavo di parlare di questo quando ho cominciato a scrivere ma è così, i ricordi sono come le ciliege, uno tira l'altro.

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