tag:blogger.com,1999:blog-68296258317740657942024-03-13T20:09:29.709-07:00paroleintrecciateninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.comBlogger93125tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-14078163663388996972017-04-30T13:45:00.000-07:002017-04-30T13:52:07.836-07:00Chi non muore...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Serata strana: mi son detta "ora provo a fare un giro dalle parti del blog". E l'ho fatto. Ovvio che avevo dimenticato ancora una volta la password ma la cosa si risolve facilmente...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Probabile che nessuno se ne accorga ma eccomi qui, un po' emozionata, un po' nostalgica: degli incontri belli fatti attraverso il blog, di alcuni amici che non ci sono più, delle tante amicizie così promettenti all'inizio ma che poi non si sono sviluppate; dei pochi con cui sono rimasta in contatto ma che incontro da altre parti, dove lo scambio è più veloce, spesso superficiale, spesso senza parole: basta una faccina o un pollice in su.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Beh comunque ci sono! Ammetto che avrei dovuto comportarmi meglio nel recente passato, ma c'è stato un lungo periodo di disimpegno totale, solo pocher e video giochi: di parole e anche più scemi. Ma tant'è, mi piace <i>"giocare con la vita e prenderla per la coda tanto un giorno dovrà finire"</i> (citazione da indovinare).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ora va un po' meglio: mi sono rimessa a studiare, faccio un corso di russo presso il Centro Linguistico di Ca' Foscari a Venezia. Torno a frequentare i luoghi della mia giovinezza (proprio in questa sede mi sono laureata una vita fa) e mi ritrovo in classe con gli universitari di oggi. E' fantastico: a mano a mano che andiamo avanti, è come se la distanza anagrafica, che di solito è come un muro invisibile, perda importanza e sbiadisca; se ne va sullo sfondo e in primo piano restano lo studio e gli interessi in comune. Devo anche ammettere che il fatto che io me la cavi piuttosto bene (grazie alle reminiscenze della "vita fa" di cui sopra) aiuta e non poco!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">E poi ho messo su un piccolo gruppo teatrale con una decina di incoscienti come me e stiamo preparando uno spettacolino (naturalmente scritto da me) che presenteremo a breve. Niente di che, chiaro, ma certamente un'occasione di cimento e di divertimento.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Insomma sono viva: vedo gente, faccio cose!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-19220008881931797492014-12-13T02:38:00.003-08:002014-12-13T02:39:07.812-08:00Rediviva<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_ezv-MEgCjtsEhB8VYvQl2k3_UDNKRjJHSOlMkt6AA6sh2qhlRc8k7lZ1cw6l7r8zdTRVxQR_6ksUIaPWCzI_kRi9sygYJX9SgLd7PM9KCCdrWkeIhuCh37ztKECETzd-RF0zPz9ClhTg/s1600/nina+riflette.bmp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_ezv-MEgCjtsEhB8VYvQl2k3_UDNKRjJHSOlMkt6AA6sh2qhlRc8k7lZ1cw6l7r8zdTRVxQR_6ksUIaPWCzI_kRi9sygYJX9SgLd7PM9KCCdrWkeIhuCh37ztKECETzd-RF0zPz9ClhTg/s1600/nina+riflette.bmp" height="234" width="320" /></a></div>
<span style="font-size: large;">Da tanto che non frequentavo il blog che avevo dimenticato anche la password. Ne ho creata una nuova e l'ho ridimenticata.</span><br />
<span style="font-size: large;">Ora l'ho recuperata e scritta in un documento segreto per non perderla mai più, a meno di non dimenticare anche il nome del documento (eccetera eccetera...)</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Perché mi sono allontanata pur tenendo tanto agli amici che frequentavo? Non lo so: forse pigrizia, forse quella leggera insoddisfazione o inquietudine che mi prendono e mi fanno procrastinare tutto ad un dopo risolutore.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">In ogni caso ci sono, sono viva vegeta e pensionata (chi l'avrebbe mai detto?) e mi sembra più che normale alzarmi alle 8 e mezzo - 9 come se avessi fatto sempre così.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Ho gironzolato un po', ho avuto tanta gente per casa, ora sono a tu per tu con la mia nuova vita che necessita di qualcosa di bello e di entusiasmate, e di riprendere le fila di tanti legami, discorsi e parole...</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Un saluto affettuoso a quelli che vorranno passare da queste parti e a tutti Voi un augurio e un abbraccio sincero</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Nina </span>ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com36tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-23854440536366312802014-08-28T06:31:00.003-07:002014-08-31T14:02:03.563-07:00IL BANA-NINO<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;">E' passato tanto tempo dal mio ultimo post, e da parecchio sono più o meno scomparsa anche dai vostri blog ... così, senza una ragione precisa, ma per una sensazione di vita in sospeso che mi accompagna da tempo e che mi suggerisce di rinviare tutto a "dopo". Questo "dopo", mi dico che sia l'appuntamento col prossimo pensionamento che sto aspettando con ansia, e che sto caricando di aspettative che mi auguro non sproporzionate...</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;">Intanto sto acquattata... </span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;">Chiedo scusa a quegli amici che in qualche modo possano aver sentito la mia mancanza, ma sappiano che ho pensato sempre a loro benché in silenzio. </span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;">Oggi sono rientrata dalle vacanze e mi è venuta voglia di anticipare qualcosa di tutto ciò che da tempo rimando a "dopo" e per prima cosa ho intenzione di riprendere a coltivare il mio blog, come fosse una pianta un po' appassita ma ancora capace di esalare buon profumo...</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVecZtQCWINONG0KSfxL94dArsmrWgoKPT5TGw3mmZYetoGNGmFhVWAnnoqsnXvozid-GDCsqi5m2mbvyNXr2se6gbhn1i5E9X0bxvDfaEATIWdceX-fLSE4r2DLfIlKMeuUzgDXC7qwZM/s1600/20140831_174750.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVecZtQCWINONG0KSfxL94dArsmrWgoKPT5TGw3mmZYetoGNGmFhVWAnnoqsnXvozid-GDCsqi5m2mbvyNXr2se6gbhn1i5E9X0bxvDfaEATIWdceX-fLSE4r2DLfIlKMeuUzgDXC7qwZM/s1600/20140831_174750.jpg" height="320" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">scusate se è poco!</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Mentre mi trovavo a Bova Marina, in Calabria, dove vado ogni anno in estate (e potendo anche altre volte nel corso dell'anno) cosa che per me non significa andare in vacanza ma tornare alle origini, a quelle radici che più passa il tempo più si abbarbicano intorno al mio essere, sono andata con mio nipote Domenico a cercare una vetreria che ci era stata indicata, dovendo riparare il portoncino di casa che una qualche sassata aveva rotto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Fortunosamente, dopo molti avanti e indietro, abbiamo trovato il posto e ci è andata davvero bene perché siano arrivati quasi all'orario di chiusura dell'ultimo giorno prima delle loro ferie. Con 40 euro (e la maestria di Domenico che ha provveduto alla sostituzione del vetro) abbiamo rimesso a nuovo il portoncino a fronte di un preventivo per un portone nuovo di 1500 euro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Ma la cosa più bella è che proprio di fronte alla vetreria c'era un bananeto fittissimo, e tanti germogli di banano che spuntavano spontanei là in mezzo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Volevo chiedere il permesso di prenderne uno ma non sapevo a chi chiedere, poi feci coraggio e ne estrassi delicatamente due, riuscendo a mantenere intatte le radici, trepidando per la paura di essere scoperta e sgridata. Avvolsi con la mia preziosa sciarpa colore del mare le due creaturine e le portai a casa, poi corsi all'Ammasso a comprare un vaso e il terriccio adeguato, le interrai e le bagnai abbondantemente, pregando che attecchissero.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Nei giorni seguenti curai i bananini con amore, bagnandoli la sera e riparandoli di giorno dalla ferocia dei raggi solari calabri, ma le prime foglie cominciavano a seccarsi e corrucciarsi in tono accusatorio: perché mi ero permessa di strapparli al loro habitat? Chi ero io per decidere il loro trasferimento in via San Leo n. 18?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Continuai comunque a sperare e a bagnarli, dicendo loro parole affettuose affinché mi scusassero. Uno dei due dimostrò da subito la propria intransigenza, corrugando sempre più le foglie e rabbuiandosi tutto, l'altro se ne stava sulle sue senza sbilanciarsi, ma mantenendo il suo bel colore verde chiaro e la posizione eretta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Le vacanze volgevano al termine ed ero preoccupata, nonostante la promessa di mia sorella di occuparsi ancora di loro (e delle altre piante che ho sistemato sul marciapiedi davanti a casa: una splendida Yukka da me salvata anni fa da morte certa e la buganvillea che ancora tergiversa) finché due giorni fa, tornando dalla spiaggia, ho trovato che il bananino più socievole aveva allargato la foglia più esterna, che prima teneva fitta fitta e arrotolata su se stessa, facendomi capire che mi aveva perdonato e mi porgeva un gesto di pace.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"> </span></div>
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
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<br />
<br />
<br />
<br />ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com21tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-33664334122654974572014-02-25T08:58:00.001-08:002014-02-25T14:33:07.115-08:00PAURA DI VOLARE<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"></span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">
<span style="mso-spacerun: yes;"></span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;"><span style="font-size: small;">
</span></span></span></div>
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;">
</span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGJQvAZE4zOy4kBevFKKOnmkqd5jbUMzrtffTlo_d9ghuClmzFBmcHngkBLOztSwqLmcpl1FD_kK1oecUuEDKg4zi-20QSuxY4AIcr7RPMINtrk1yb_5foeVoXxkfBA5g0ysADVXLZOaU8/s1600/aereo%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGJQvAZE4zOy4kBevFKKOnmkqd5jbUMzrtffTlo_d9ghuClmzFBmcHngkBLOztSwqLmcpl1FD_kK1oecUuEDKg4zi-20QSuxY4AIcr7RPMINtrk1yb_5foeVoXxkfBA5g0ysADVXLZOaU8/s1600/aereo%5B1%5D.jpg" height="266" title="" width="400" /></a><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">L’Alcion non è un
granché, mi ha assicurato un leggero intorpidimento fintantoché l’aereo era
fermo e durante gli spostamenti a terra, quando ancora mi illudevo che avrei
potuto addormentarmi. Carlo me l’aveva assicurato raccomandandomi di prendere
solo mezza pastiglia, mezz’ora prima del volo. L’ho buttata giù mentre ero in
coda per l’imbarco, una pastiglietta blu oblunga che ho spezzato con l’unghia
spezzata del pollice. Anche là, poco o nullo l’effetto della cura al Bioscalin
che avrebbe dovuto assicurarmi rafforzamento di unghie e capelli. Le unghie mi
si sfaldano ancora e di capelli, stamattina, dopo la doccia, me ne son trovati
in mano da farci un tupè! Li ho gettati nel water salutandoli con
dispiacere<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e tirando subito lo
sciacquone per non soffrire più.<o:p></o:p></span></span></span></div>
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;">
</span></span><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;"><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Tornando al volo, al
momento è liscio, senza ballaballa, ma all’arrivo mi pare sia previsto
brutto. Capisco abbastanza gli annunci in spagnolo, anche se parlano a
macchinetta, ma naturalmente spero che <em>tormentosa</em> abbia in quella lingua un
significato meno pregnante che in italiano. Che sia come si dice un <em>falso
amico</em> e magari voglia dire al massimo pioggia leggera…<o:p></o:p></span></span></span><br />
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;">
</span></span><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;"><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Non ho l’orologio
per cui non posso controllare lo scorrere del tempo. Né chiedere al mio vicino,
uno spagnolo con tanto di moglie che si legge pacifico uno di quei giornali di
bordo noiosissimi che paiono scritti in epoche e mondi paralleli. Forse
comunque per darmi un tono ne sfoglierò uno anch’io, nella speranza che pagina
dopo pagina mi aiutino a trascorrere qualcun altro dei novanta minuti previsti.<o:p></o:p></span></span></span><br />
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;">
</span></span><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;"><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Fuori c’è un bel
sole, la vicina ha tirato giù la tendina perché è proprio accecante. Ci contavo
stamattina, lungo la tangenziale per l’aeroporto, che eravamo immersi nella
nebbia. <o:p></o:p></span></span></span><br />
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;">
</span></span><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;"><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Di dormire non se ne
parla: nada!<o:p></o:p></span></span></span><br />
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;">
</span></span><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;"><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Allora dedico qualche
pensiero alle mail che ho trovato ieri e stamattina. Ieri mi ha scritto Diana. Mi
ha fatto piacere perché si è detta vogliosa di riprendere il laboratorio di
scrittura e che forse verrà anche la sua amica Laura. Poi mi ha risposto Riccardo a cui
avevo mandato un messaggio e gli dicevo che il suo libro l’ho letto. Ho cercato
di essere onesta senza essere <em>tranchante</em>: gli ho fatto i complimenti per il bel
modo di ricordare i propri genitori e per le fotografie che hanno dato una
grossa mano a rendere l’atmosfera di quegli anni così diversi pur senza essere
molto lontani.</span></span></span><br />
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;">
</span></span><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;"><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Naturalmente non ho
parlato dello stile scolastico, né degli svarioni incontrati qua e là, né della
stampa disastrosa piena di refusi, mezze pagine vuote ecc. (un lavoro molto
poco professionale che lui avrà profumatamente pagato).<o:p></o:p></span></span></span><br />
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;">
</span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;"><span style="font-size: small;">
</span><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Di questo però mi riprometto, semmai, di
parlargliene a voce, mettendolo in guardia per la prossima pubblicazione, se proprio ne dovrà fare ancora (nel qual caso potrò offrirmi come correttore di bozze).</span></span></span></div>
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="mso-spacerun: yes;">
</span>In ogni caso sono soddisfatta dell’esito: pur essendomi sentita
onesta con me stessa, Riccardo si è detto onorato del mio giudizio. Missione
compiuta.
</span><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Lunga parentesi: da
quando ho visto il film <em>Il favoloso mondo di Amelie</em> ho dato un nome a ciò che prima classificavo genericamente come inclinazione alla gentilezza. Ho capito
che ho una missione da compiere, quella di essere il facilitatore dell’altrui autostima. Intendiamoci,
non di tutti gli “altrui”. C’è gente che detesto e che potrei schiacciare come
pidocchi, ma di coloro che ai miei occhi se lo meritano. O perché vicini al mio
sentire o perché – benché lontanissimi – sanno convincermi, per sfighe continue
e vicissitudini infelici, che anche per loro sarebbe giusto un po’ di vento in
poppa. Ed ecco che qui intervengo con pensieri parole
ed opere.</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Mi viene in mente un viaggio fatto tra Calabria e
Sicilia qualche anno fa (un gran giramento di pullman, treni locali, soste
ripetute, trasbordi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>da un mezzo
all’altro con bagagli senza ruote) in compagnia di una suora di paese<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che si recava in città e mi si era
attaccata<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>come una cozza. Vestita di
bianco multistrato sotto un implacabile sole calabro del mese di agosto,
baffuta e in modo disarmante posseduta dall’ignoranza.<o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Le feci compagnia
tutta la mattina, chiedendole della sua giornata, dei suoi interessi (zero),
dandole un rinforzo positivo per ogni pensiero appena articolato che riuscisse
a formulare, comprese ricette di cucina. Naturalmente me ne guardai bene dal
comunicarle il mio inveterato ateismo, così come la considerazione poco
lusinghiera che ho del clero e di qualsivoglia forma di credo religioso. Quella
suorina era troppo al di là. Giunta a
destinazione, mi salutò abbracciandomi. </span><br />
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><o:p>Ma perché invece che una missione non potrebbe essere una professione? E perfino redditizia? Ecco un'altra idea da perfezionare. </o:p></span><span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Già, perché io sono piena di idee super eccellenti che se solo solo le mettessi in pratica, giuro, potrei diventare ricca e famosa! Qualcuna? Ad esempio l'agenda biennale (non avete notato quante volte, passato l'anno, l'agenda è ancora lì, quasi tutta vuota?) Ho pensato ad un metodo per poterla riusare che per precauzione non vi spiegherò, ispirato al <em>gratta e vinci</em>... O il banchetto mobile incorporato al vestito per l'elargizione di consigli sentimentali... O il filtro nasale contro le allergie da polline... O gli impianti dentro il naso di fiori di gelsomino... Cose di questo genere insomma.</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Dodici e diciotto:
ho sfidato le mie paure/superstizioni che mi fanno tenere spento il cellulare
per tutto il volo, anche se mi pare di aver sentito che ciò è indispensabile
solo nelle fasi di decollo e atterraggio. Dunque lo riaccendo tenendolo nella
borsa, giusto il tempo di vedere l’ora, congratulandomi con me, con l’Alcion, con
questo quadernetto regalatomi qualche giorno fa dalla mia amica (ex cara)
Roberta e con questa penna acquistata l’altro ieri in cartoleria.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Ci sono andata a
fare la fotocopia della carta di identità. Siccome dovevo pagare<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>solo 30 centesimi e non avevo moneta, presi
pure una penna che mi era totalmente inutile essendone piena sia in ufficio che
a casa. Ma adesso che scivola morbida sulla pagina me ne compiaccio e ammetto
che ne è valsa la pena. Con la sua scorrevolezza facilita la trascrizione dei
pensieri<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e riduce al minimo
l’accavallarsi in uscita delle parole.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">È un po’ così che
lavoriamo nel laboratorio di scrittura: non proprio e non solo flusso di
coscienza, ma riconoscendo una qualche vita propria agli strumenti dello
scrivere<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che, se sono in gamba (come
questo quadernetto e la penna speedy), ti possono condurre a gran velocità
verso mete impensate, provvedendo loro, con un volta pagina o con una sbavatura
dell’inchiostro a farti seguire itinerari imprevisti pieni di svolte, pause,
curve, salti e scarti nel tempo e nello spazio.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">…Sono indecisa se
tentare la carta del bagno: in genere è una manovra che ha il potere di
rilassarmi ma ormai suppongo che a breve inizierà l’atterraggio (non oso
riaccendere il cellulare!)</span><br />
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">La fase che statisticamente dovrebbe essere più a
rischio a me piace. La <em>tormentosa</em> ancora non si vede e stiamo gradatamente
scendendo. Pregusto il momento in cui si potrà rivedere il paesaggio con le
macchinine sempre meno giocattolo e gli uomini sempre meno formiche. Le
ciminiere delle fabbriche quasi camini per un caldo fuoco in calda casa dove di
sicuro vivono calde famiglie…<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">In definitiva, a
mano a mano che andiamo giù è come se sentissi di aver compiuto il mio dovere,
rassicurata falsamente dall’assurdo pensiero che un impatto da cento metri
d’altezza sia comunque preferibile ad uno da ottomila.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Boh! Adesso smetto,
stiamo andando giù di gran carriera e <em>il cielo è sempre più blu.</em></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tempus Sans ITC"; font-size: 18pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Siamo atterrati:
Dio! Come adoro gli scossoni del carrello!!!</span></div>
ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com30tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-26760555459242474842014-01-31T16:10:00.003-08:002017-04-30T13:54:06.334-07:00IL SAPORE DELLE MANDORLE FRESCHE<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
</div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIDAlMNgx-SX2xJS394U3M9mTN7QfnlP3f5-KigORczhLxUXkkqVhgpZe22jpv4vzZYewYKuMp_IZoV7L9ki6du3DuwhAnHbgRTdm-66eCH7UrCTHMM6r06-26k8uTKmCKZ7eS1nY5CP3M/s1600/mandorle-fresche-2703027.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIDAlMNgx-SX2xJS394U3M9mTN7QfnlP3f5-KigORczhLxUXkkqVhgpZe22jpv4vzZYewYKuMp_IZoV7L9ki6du3DuwhAnHbgRTdm-66eCH7UrCTHMM6r06-26k8uTKmCKZ7eS1nY5CP3M/s1600/mandorle-fresche-2703027.jpg" width="400" /></a><span style="font-family: "courier new"; font-size: large;">L’ho
imparato la scorsa estate da Jole: se metti a bagno le mandorle secche in acqua
fredda e le lasci qualche ora in frigo, poi potrai togliere facilmente la loro
pellicina e sarà come mangiare mandorle fresche. Così lo faccio spesso perché
mi piacciono, fanno bene, non ingrassano.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "courier new"; font-size: large;">E
mentre me le gusto, trattenendole in bocca il più a lungo possibile, il loro
sapore mi riporta indietro nel tempo. Parecchio indietro. Mi riporta a
Francesco…</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "courier new";"><span style="font-size: large;">A
quella mattina di una vita fa,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in
spiaggia, che rompevamo le mandorle fresche con i sassi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e ce le mangiavamo… a quella corsa mano nella
mano fino agli scogli, con lui che mi tirava e mi faceva volare… A quella
piccola cavità naturale dopo la rocca bianca che ci nascondeva allo sguardo
degli altri e a quel bacio col sapore di mandorle che si mischiava nelle nostre
bocche.<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "courier new";">Mi
pareva che in quell’estate dei diciotto anni fosse finalmente arrivato il mio
momento di vivere! Finito il liceo, mia mamma non avrebbe più saputo
trattenermi e infatti a settembre sarei andata a Milano, da una delle mie
sorelle. Finalmente libera avrei potuto assaggiare il succo vero della vita!<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "courier new";">Mi
sarei iscritta a russo alla Statale e la cosa mi sembrava piuttosto
affascinante, ma ancor di più scalpitavo all’idea di me in prima fila nelle
battaglie libertarie del movimento studentesco, eroina della civiltà, “alfiere
del libero pensiero”!<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "courier new";">Ed
ecco che arriva a Bova Francesco, ospite di nostri parenti lontani e anch’egli
parente lontanissimo, una testa piena di capelli ricci (alla Angela Davis per
intenderci e per chi sa chi fosse) e bellissimo. Molto ma molto diverso dai
ragazzi che avevo conosciuto fino ad allora, anche di quelli che mi erano
sembrati i migliori. Per certi versi strano e sconcertante.<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "courier new";">Incredibile,
aveva ammaliato anche mia madre che in genere teneva lontano da casa qualsiasi
esponente di sesso maschile di un qualche interesse e lo coccolava con i
bocconcini più gustosi.<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "courier new";">Francesco
era di Reggio, ma aveva passato tanti anni in collegio e ora studiava in
Germania, ad Heidelberg.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span style="font-family: "courier new";">Antropologia
culturale, materia di cui sentivo parlare per la prima volta ma che mi infiammò
subito: avevo solo una pallidissima idea di cosa significasse, né sapevo quale <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fosse il programma di studio, ma di sicuro era
la cosa più interessante del mondo e avrei mollato senza rimpianti il mio russo se solo
fosse stato possibile!<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "courier new";">Grazie
al cielo comunque Francesco trovava che Lingue fosse la scelta migliore, purché
non mi fossi fatta distrarre, arrivata a Milano, proprio da ciò che in effetti mi
attirava come una calamita, l’attivismo politico.<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "courier new";">Lui
lo snobbava e mi diceva “mi sa che ti vedremo presto con la giacchetta verde a
fare la rivoluzione…”<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "courier new";"><i>(Più
o meno ci azzeccò, ma sarà stato per qualcosa che non ho mai indossato
l’eskimo, che era la divisa di ordinanza del movimento studentesco).</i></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "courier new";">Disinibito
come non credevo si potesse essere, ma con l’innocenza negli occhi, non come
quei cretini dei miei amici con le loro battutacce a doppio senso. Mi raccontava dei rapporti avuti con ragazze di tutto il mondo, e con donne più grandi di lui. Donne esperte e perfettamente libere con le quali non avrei mai saputo competere. Io rimanevo confusa e inquieta, ma cercavo di non darlo a
vedere </span></span><span style="font-family: "courier new";"><span style="font-size: x-large;"><span style="font-size: large;">e mi auguravo
che ci fosse un po’ di posto anche per me…</span> <o:p></o:p></span></span>ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com26tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-81112365215554561032014-01-13T09:54:00.002-08:002014-01-13T10:03:43.449-08:00IL MIO PRIMO VIDEO CLIP<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Spero di esserci riuscita!</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Dopo vari tentativi e molte perplessità, mi decido a pubblicare un video fatto qualche anno fa.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">A suo tempo fu pubblicato da Alec su My Space e lì ricevette alcune critiche che lo indussero a toglierlo.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Non dico il tenore di quelle critiche che non condivido per non influenzare nessuno. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Preferisco correre il rischio di essere fraintesa che stare a rimuginare e perciò eccolo qua: siete liberi di sparare a zero, risponderò nel merito!</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Di seguito metto il testo e la traduzione della canzone:</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"></span> </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">(La qualità del video sarebbe migliore ma qui è venuta così!)</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dyTpQpUhuHPGlpHrNa8oHsO-PShU9Me8LzW0pWRpEGyLjgcN8heVsF2QymY6mVuMm-ATMRGtb-J3Ek4IgP23g' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ansi-language: FR;">Au loin<o:p></o:p></span></i></b></div>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span lang="FR" style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-ansi-language: FR;"><span style="font-size: large;">Elle demeurait
près d'une étable <br />
elle fleurissait dans un jardin<br />
elle rayonnait dans un palais, au loin<br />
<br />
Elle etait belle et redoutable<br />
c'est moi qui portait son cartable<br />
nous marchions vers l'ècole <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>au loin<br />
<br />
Pour engager la discution<br />
je sifflotait une chanson<br />
et rallait du poid du cartable, de loin<br />
<br />
Elle rèpondait sans compation<br />
que son cartable n'était pas plein<br />
et qu'on n’était plus… très loin<br />
<br />
Au loin , dèjà au loin<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
<span lang="EN-GB" style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-ansi-language: EN-GB;"> Au loin deja
au loin<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span lang="EN-GB" style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-ansi-language: EN-GB;"> Au loin deja
au loin...<o:p></o:p></span></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
</span><span lang="EN-GB" style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-ansi-language: EN-GB;"><br /><span style="font-size: large;">
</span></span><span style="font-size: large;"><span lang="FR" style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-ansi-language: FR;">Quand on arrivait a l'école<br />
je lui rendais toutes ses affaires<br />
Pierrot singeait mon mal de dos , au loin<br />
<br />
Je m'approchait de mes copains<br />
en m'vantant d'ma nouvelle affaire<br />
je la regardait, de loin<br />
<br />
(</span><span lang="EN-GB" style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-ansi-language: EN-GB;">ritournelle)<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
</span><span lang="FR" style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-ansi-language: FR;"><br /><span style="font-size: large;">
A la sortie dans la soirée<br />
je m'proposait de l'accompagner<br />
elle m'envoyait jouer <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>plus loin<br />
<br />
Mais j'espèrait la rattraper<br />
pour enfin lui prendre la main<br />
loin des regards moqueurs, au loin.<br />
<br />
(</span></span><span lang="EN-GB" style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-ansi-language: EN-GB;"><span style="font-size: large;">ritournelle)<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span lang="FR" style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-ansi-language: FR;"><span style="font-size: large;">
Je me pressait pour la rejoindre<br />
et la trouvais sans son fardeau<br />
Pierrot sifflotait autour d'elle <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tout
près<br />
<br />
L'interaction fut redoutable<br />
je récupérait le cartable, <br />
non mais ho hè, A la fin.
<!--[if !supportLineBreakNewLine]-->
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><span lang="FR" style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-ansi-language: FR;">(</span><span lang="EN-GB" style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-ansi-language: EN-GB;">ritournelle)<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-ansi-language: FR;"><span style="font-size: large;">Lontano<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Lei abitava in uno stabile<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Lei fioriva in un giardino<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Lei splendeva in un palazzo di lontano<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Ella era bella e temibile<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Sono io che portavo la sua cartella<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Camminavamo verso scuola lontano<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><o:p> </o:p></span><span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Per avviare la discussione<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Io fischiettavo una canzone<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">E rallentavo per il peso dalla
cartella, lontano<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Lei rispondeva senza compassione<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Che la sua cartella non era piena<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">E che non eravamo ormai molto lontani<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Lontano, già lontano<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Lontano, già lontano<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="mso-spacerun: yes;">
</span>Lontano, già lontano…<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Quando arrivavamo a scuola<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Le restituivo le sue cose<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Pierrot scimmiottava il mio mal di
schiena da lontano<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Mi avvicinavo ai miei compagni<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Vantandomi della mia nuova storia<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">E la guardavo di lontano<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: large;">(ritornello)<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: large;">All’uscita, la sera<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Mi proponevo per accompagnarla<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Lei mi mandava a giocare più lontano<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Ma io speravo di riacchiapparla<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Per prenderle infine la mano<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Lontano dagli sguardi beffardi,
lontano<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: large;">(ritornello)<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Mi affannavo a raggiungerla<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">E la trovavo senza il suo carico<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Pierrot le fischiava attorno da vicino<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Lo scontro fu spaventoso<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Io recuperai al cartella<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Ma alla fine….<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: large;">(ritornello)<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">
<span lang="FR" style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-ansi-language: FR;"><o:p> </o:p></span></div>
<br />ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com26tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-71039818883999907072013-12-29T05:38:00.002-08:002013-12-29T05:38:25.318-08:00Buon 2014!<span style="color: #3d85c6; font-size: x-large;">Buon anno a tutti!</span><br />
<span style="color: #3d85c6; font-size: x-large;">Scusate la latitanza, che continuerà ancora un poco perché oggi parto e me ne vado a Bova per una settimana.</span><br />
<span style="color: #3d85c6; font-size: x-large;"></span><br />
<span style="color: #3d85c6; font-size: x-large;">Un saluto con allegria a tutti gli amici e prometto che nell'anno nuovo sarò più buona.</span><br />
<span style="color: #3d85c6; font-size: x-large;"></span><br />
<span style="color: #3d85c6; font-size: x-large;"></span><br />
<span style="color: #3d85c6; font-size: x-large;"> </span><br />
<span style="color: #3d85c6; font-size: x-large;">A presto</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: #3d85c6; font-size: x-large;"></span> </div>
<span style="color: #3d85c6; font-size: x-large;">ciao</span>ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-1917458602770542672013-12-18T07:33:00.001-08:002013-12-18T07:33:11.725-08:00PRESTO! PRESTO!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiItSaaUpiyIIW4NdpvOzwfDTrMVn5QeBy7T4bgPpuTjbxActVPAjMEqilqLplrtDQwx8Z6jCRLo_XBq0rBkaOgUINZTWIShslEZptddZPMKgvgBPTHFA5ND8AyigcFUnALwzeB35oHaB-O/s1600/Auguri+da+Nina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiItSaaUpiyIIW4NdpvOzwfDTrMVn5QeBy7T4bgPpuTjbxActVPAjMEqilqLplrtDQwx8Z6jCRLo_XBq0rBkaOgUINZTWIShslEZptddZPMKgvgBPTHFA5ND8AyigcFUnALwzeB35oHaB-O/s640/Auguri+da+Nina.jpg" width="480" /></a></div>
<br />ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com15tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-17313369193169560382013-11-30T09:52:00.000-08:002013-11-30T14:02:42.192-08:00C'è lavoro e lavoro!<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Una precisazione: giuro e spergiuro che trattasi di invenzione e di pura fantasia!</span></span></i><br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><em>(</em><em>nel caso mio marito, che non ha mai frequentato questo blog, dovesse inopinatamente capitare da queste parti)</em></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Io
non faccio niente. </span></span><br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Chiaro che lavoro, ma che vuoi che sia? Non è che mi
ammazzi. Non lascio niente indietro, faccio tutto ciò che devo al meglio che so
fare, ma non è che questo mi impegni un granché. E poi dico che mi piace essere spremuta
come un limone: almeno non mi annoio.<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">A
casa mi occupo un po’ della casa e più che altro di cucinare (veramente negli
ultimi tempi, da quando mio suocero è venuto ad abitare con noi, cucino un po’
di più, cena per cena e pranzo per l’indomani quando sarò al lavoro) ma
dopotutto…<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Ok,
ok… ogni tanto accetto qualche altro <i style="mso-bidi-font-style: normal;">impegnuccio</i>
lavorativo. Quando mi capita, insegno nei corsi per adulti: materie non particolarmente
allettanti, sia chiaro. Conoscenze e competenze mutuate dal lavoro principale.
Non mi pagano molto ma siccome che il mio lavoro sarebbe stato quello dell’insegnante,
soprattutto mi piace farlo e non mi stanca. <o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Curo
anche l’orto, non lo nego, ma solo d’estate. E bado alle piante ma solo perché
mi sono indispensabili per vivere.<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Solo
raramente mi butto in qualche impresa, ma molto meno di un tempo. In
passato ne facevo di cose, ve lo giuro, ma ora la pigrizia mi invade
sempre di più e ho un bel dirmi che devo rimettermi in carreggiata,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>darmi una mossa, smetterla di giocare al
computer, che sono un pessimo esempio in famiglia e per le future generazioni!</span></span><br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;"><o:p>Comunque, tanto per dimostrare che la coscienza mi rimorde, sto</o:p></span></span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: Tahoma;"> organizzando col mio amico Agostino un corso per imparare a fare le riprese con la telecamera e il montaggio dei video. E Poi forse in primavera riparto con un altro corso... Si vedrà!</span></span><br />
<span style="font-family: Tahoma; font-size: large;"></span> </div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";">Chi
invece non si risparmia è mio marito. Tanto che è sempre stanco. </span></span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";">Lui è stanco per contratto.<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Pur
essendo in pensione da più due anni, poverino, le incombenze familiari non gli
danno tregua.<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhITq_aR9ndVQZIoUL6fE_E4t_QsMdkf-gADJQLdUkDAzkLXmkk0iu_VNuFJsBj951ksiXs56iZsppIn7KlXyX3Rl8bF8W7oIT32Xc60aWcVBmuvrAMZ0Do7D2sKgIil13kOw-ZCA06F9fi/s1600/carrello.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhITq_aR9ndVQZIoUL6fE_E4t_QsMdkf-gADJQLdUkDAzkLXmkk0iu_VNuFJsBj951ksiXs56iZsppIn7KlXyX3Rl8bF8W7oIT32Xc60aWcVBmuvrAMZ0Do7D2sKgIil13kOw-ZCA06F9fi/s1600/carrello.jpg" /></a><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Tipo
fare la spesa: esce di casa almeno quindici volte al giorno e compra un
articolo alla volta, quindi alla fine non ne può più e torna a casa con l’umore
rivoltato (metti che ogni due - tre uscite si sia fatto un’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">ombretta</i>, tanto per rinfrancarsi, questo aiuta...)</span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEM09g4MZCA6U4BHznEXwo3qDYKl4CTSM8iXFqZlIBWgyw7sPZIj72fabTpav-q45ochd-UgY-6vJadaFsVq0hKNl_-wwY3ugTRQafWm5haXFuA-enb3bfZfZZyVRO577lHY0KNbVNUaz0/s1600/lavatrice.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEM09g4MZCA6U4BHznEXwo3qDYKl4CTSM8iXFqZlIBWgyw7sPZIj72fabTpav-q45ochd-UgY-6vJadaFsVq0hKNl_-wwY3ugTRQafWm5haXFuA-enb3bfZfZZyVRO577lHY0KNbVNUaz0/s1600/lavatrice.jpg" /></a><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">O
fare il bucato. Qui devo ammettere che il compito è di massima responsabilità.
Ma va sottolineata la sua meticolosità e precisione nel dominare la materia
bruta. Non è certo cosa da poco far sì che articoli assortiti, confusionari nei
colori,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ribelli e anarchici in entrata,
vengano restituiti dalla lavatrice perfettamente domati e uniformi. Per lo più
grigi, ma anche rosa o azzurrini, o tendenti al giallo spento.<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Caricare
la lavapiatti, poi, per mio marito è una scienza esatta che presuppone alte
conoscenze idraulico-ingegneristiche delle quali io sono totalmente digiuna.
Perciò, se mi viene il ghiribizzo di metterci dentro i piatti dopo mangiato,
dovrò accettare, va da sé, la sua intransigente supervisione.<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">La
scienza è scienza!<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">E
la scienza meteorologica? <o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Aggiornatissimo
anche in quella: legge le previsioni del tempo su internet almeno una decina di
volte al giorno (tra un’uscita e l’altra)<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>e devo confessare che poi, il più delle volte, ci acchiappa.<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Certo
non ha vita facile, anche perché deve assolvere ad una esemplare funzione
educativa sia nei confronti di nostra figlia, che al momento abita più o meno
dalle nostre parti, che di suo padre (al quale oltre a predicare tutto il santo giorno il giusto
stile di vita, deve anche urlare dato che è sordo come una campana) che con me
che, lo ammetto, sono piuttosto indisciplinata e neghittosa e appena ho un
attimo di tempo mi metto a giocare a ruzzle. E tutto questo lo stanca, lo
snerva, lo esaurisce, lo assorbe totalmente (ha una missione da compiere, lui!)
e non gli consente di coltivare quegli interessi, quelle passioni che pure
avrebbe, come no, ma che momentaneamente soddisfa con l’acquisto di manuali e
strumenti tanto più sofisticati e ingombranti quanto inutilizzati… <o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<o:p> </o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<o:p> </o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<o:p> </o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<o:p> </o:p></div>
ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com21tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-81936267975907008942013-11-06T08:24:00.000-08:002017-04-30T13:54:40.777-07:00LA VITA SENZA NEVA<span style="font-size: x-large;"></span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: "calibri"; font-size: x-large;">Carlo è appena uscito dalla porta</span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvX7k2zXpmNDDA7PLj8VwDvXYvdd3CusICQj5oz0_xlem77ExG0U0q-CfcC1x3mg7hZq_wk-W9k5LUD2C-zjbgzA1t1Rb6hChlcEJtJy4kT5aXognpPZzHnDdgv5hssWBBANYvPF9l1_Zp/s1600/gio.neva+(1).jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvX7k2zXpmNDDA7PLj8VwDvXYvdd3CusICQj5oz0_xlem77ExG0U0q-CfcC1x3mg7hZq_wk-W9k5LUD2C-zjbgzA1t1Rb6hChlcEJtJy4kT5aXognpPZzHnDdgv5hssWBBANYvPF9l1_Zp/s400/gio.neva+(1).jpg" width="296" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un giorno felice dopo una lunga corsa sulla spiaggia</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">Portandosi via la nostra Neva</span></span><br />
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">Pastore tedesco <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di otto anni e poco più</span></span><br />
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">Vanno da Elisa, l’amica di Carlo e di Neva</span></span><br />
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">La veterinaria che con una carezza e una puntura</span></span><br />
<span style="font-family: "calibri"; font-size: x-large;">La farà dormire dolcemente </span><br />
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">Per sempre</span></span></div>
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">Non sentirà più male alle zampe<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">Non scivolerà più sul pavimento <o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">Non inciamperà e non sbanderà <o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">Sbattendo contro i mobili di casa<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">Non passerà ore e ore<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>abbandonata a terra<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">Con negli occhi una domanda muta<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">E non mi correrà più incontro <o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">Come ha fatto ancor oggi al ritorno dal lavoro<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">Galoppando sghemba con le zampe unite<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">Per poi schiantarsi dolorante e offesa</span></span><br />
<span style="font-size: x-large;"></span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: x-large;">Addio<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Neva<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ora piango.<o:p></o:p></span></span></div>
ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com30tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-81252684915579339862013-10-07T10:42:00.001-07:002013-10-07T13:29:30.585-07:00RI-PRO-POSTA<span style="font-size: x-large;">Versi che avevo postato all'inizio della mia presenza nel blog e che erano stati letti solo da due persone (che ancora ringrazio)</span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2PFnnqyCaG-reFJo6sKXHRtWxj2O6uf8I9c7eDdfRfWu7h7Fs0WAMcfmLj42iTUoCyFm1OjdU-mplzSQOR8GI5yXYESf4i1-SxiQoAUJgF6AZOeBv8jUOIjMGrp7vTfIj6GYvkQIV1NIf/s1600/copia+nido.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2PFnnqyCaG-reFJo6sKXHRtWxj2O6uf8I9c7eDdfRfWu7h7Fs0WAMcfmLj42iTUoCyFm1OjdU-mplzSQOR8GI5yXYESf4i1-SxiQoAUJgF6AZOeBv8jUOIjMGrp7vTfIj6GYvkQIV1NIf/s400/copia+nido.jpg" width="400" /></a><span style="font-size: x-large;">Il tema mi sta a cuore e li ripropongo</span><br />
<span style="font-size: x-large;"></span><br />
<span style="font-size: x-large;"></span><br />
<span style="font-size: x-large;"></span><br />
<span style="font-size: x-large;">FIGLI</span><br />
<span style="font-size: x-large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: x-large;">Quando
non penso a voi con le parole<br />
ma solo col pensiero primordiale<br />
sempre nella mia testa c'è animale<br />
la vostra presenza accanto a me<br />
<br />
Figli oramai cresciuti<br />
lontani allontanati<br />
voi abitate<br />
mondi a me sconosciuti<br />
E il sole del mattino non fa sconti<br />
a illuminar tramonti!<br />
<br />
Qui la vita si allenta<br />
si perde la fatica<br />
e col pilota automatico innescato<br />
arranco nelle mie giornate<br />
ascoltando canzoni<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: x-large;">
</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: x-large;">inseguendo
ragioni<br />
<br />
Al crocevia dei rancori<br />
impavida gestisco<br />
in equilibrio tremulo<br />
speranza e malumori<br />
</span></span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: x-large;">Sul bordo al limitare<br />
le intirizzite piume sto a spulciare<br />
</span></span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: x-large;">Quando va male aspetto<br />
sospendo le intenzioni<br />
abbasso le emozioni<br />
sto acquattata<br />
<em><span style="font-family: "Arial","sans-serif";">ha da passa’ a nuttata.</span></em><o:p></o:p></span></span>ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com31tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-22635475170919791632013-09-11T07:53:00.002-07:002013-09-11T07:53:27.539-07:00Hic sunt leones<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt6jcO5JyheJ92kndxy5ESIcfcx3OgMWyBp8ihvq0MbjkQhsaNM4v3CFf_rSEqEiy2ip0Men8uqQZ6YgMIqDQrvuRJ2V45Inrzg9CBjyHcSh6bhqQGkvQFEUeWLywHMc9WEdx48JcuzDk1/s1600/imagesCAL4X3G1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="299" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt6jcO5JyheJ92kndxy5ESIcfcx3OgMWyBp8ihvq0MbjkQhsaNM4v3CFf_rSEqEiy2ip0Men8uqQZ6YgMIqDQrvuRJ2V45Inrzg9CBjyHcSh6bhqQGkvQFEUeWLywHMc9WEdx48JcuzDk1/s400/imagesCAL4X3G1.jpg" width="400" /></a><span style="font-size: large;">Il viaggio prima del viaggio</span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<span style="font-size: large;">Settembre 1999. Sono a casa mia, seduta al tavolo di cucina con Carlo, mio marito, eccezionalmente è presente anche mia sorella Serena. </span><br />
<span style="font-size: large;">La scena che segue è lei in genere che la racconta “con mucho gusto”.</span><br />
<span style="font-size: large;">Premette che bisogna tenere a mente quella famosa sequenza del film “Ricomincio da tre” in cui Massimo Troisi, precipitatosi in bagno con una scusa, dà libero sfogo alla propria gelosia (a cui l’ideologia post sessantottina del film non dava diritto di cittadinanza) ripetendosi allo specchio lo scambio di battute appena avuto con la sua ragazza:</span><br />
<span style="font-size: large;">“E tu, hai mai fatto l’amore con un altro?” </span><br />
<span style="font-size: large;">“Sì, certamente!” </span><br />
<span style="font-size: large;">“PAH!” (un colpo al cuore)…</span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<span style="font-size: large;">Dice che la reazione di Carlo assomiglia tanto a quella del protagonista: al mio annuncio che sarei andata in Africa e che non stavo scherzando ma facevo sul serio, non osò dire che la cosa non gli andava giù e che non ne voleva sapere. Cercava di demotivarmi, adducendo perplessità, complicazioni, impedimenti pseudo-logici, ma era come se dentro di sé si ripetesse: </span><br />
<span style="font-size: large;">“Vado in Africa…” </span><br />
<span style="font-size: large;">“PAH!...”</span><br />
<span style="font-size: large;">Il fatto è che ero veramente decisa e quindi tutte le obiezioni, tutti gli ostacoli anche di natura economica frapposti da mio marito, si infransero contro la mia serena fermezza e non ci fu verso di smontarmi. Alla fine se ne fece una ragione.</span><br />
<span style="font-size: large;">Mi ero da sempre trastullata col pensiero che prima o poi sarei andata in Africa e anche lo dicevo, ma naturalmente in casa nessuno ci faceva caso e neanch’io mi prendevo troppo sul serio. </span><br />
<span style="font-size: large;">Quella volta però Bruna mi aveva convinta a rompere gli indugi: saremmo partite a metà gennaio. </span><br />
<span style="font-size: large;">Bruna era una mia amica, ex ostetrica dei consultori familiari che anni prima, raggiunta la pensione (erano i bei tempi dei diciannove-anni-sei-mesi-un-giorno) se ne era andata in Senegal e vi aveva vissuto per più di sei anni.</span><br />
<span style="font-size: large;">Io l’avevo conosciuta poco ai tempi del consultorio, ma quando lei aveva scritto dall’Africa ai suoi ex colleghi, chiedendo un piccolo aiuto per sostenere agli studi alcuni bambini Thiès, vicino Dakar, dove aveva avviato un ambulatorio ostetrico, le scrissi e iniziai a darle una mano per la raccolta dei fondi. Da lì restammo in contatto e lei tante volte mi invitò a raggiungerla. Io dicevo che sì, mi sarebbe piaciuto andare e che di sicuro ci sarei andata, ma più avanti… </span><br />
<span style="font-size: large;">Adesso che era rientrata in Italia e aveva in programma un viaggio in Senegal, capii che non avevo più scuse: ora o mai più.</span><br />
<span style="font-size: large;">Iniziò subito il mio tam tam e così si aggregarono entusiaste le mie sorelle Serena e Jole, più Alessandra, aspirante regista teatrale nonché presunta amica. </span><br />
<span style="font-size: large;">Il tempo previsto per la partenza si avvicinava ed io, una volta superato lo scoglio “comunicazioni ufficiali”, ero eccitata all’idea, ma anche vagamente oppressa dal pensiero di quelle tante ore di aereo che mi aspettavano: ogni volta che ci pensavo mi veniva un tuffo al cuore, o un vuoto allo stomaco o come altro vogliamo dire. Il fatto è che io - se proprio devo - l’aereo anche lo prendo. Ma quando la cosa è ormai decisa, con tanto di biglietto acquistato, ecco che la data del viaggio diventa lo spartiacque della mia vita. Il prima sono i giorni che mi restano sereni, quieti e per niente disprezzabili, poi c’è la grande prova e poi forse il nulla o, se tutto va bene, un’esperienza sicuramente affascinante ma che a ben vedere perde attrattiva a mano a mano che si avvicina. Naturalmente le maggiori preoccupazioni sono concentrate sul volo di andata, perché mi dico: che almeno mi possa godere la vacanza… La quale, in ogni caso, sarà un po’ avvelenata dal pensiero del viaggio di ritorno…</span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<span style="font-size: large;">Dunque si parte: preparativi e grandi manovre, bisogna lasciare tutto in ordine, si danno indicazioni e si fanno raccomandazioni come fosse un testamento. Nel frattempo mia sorella Serena mi telefona che non vuole più partire, le è venuta la cagarella anche a lei: mi chiama per chiedermi di annullare la sua prenotazione, che non se la sente più, troppo lontano, lasciare i bambini troppo da soli, troppi soldi, troppa fifa… </span><br />
<span style="font-size: large;">Quella volta reagii diversamente dal solito: le dissi che non sapevo se era possibile disdire la prenotazione ma che soprattutto non volevo farlo: era stata lei a decidere di venire in Africa e ora non tirasse fuori scuse o ripensamenti dell’ultima ora, e soprattutto non mi addossasse incombenze sgradevoli (e, in fondo in fondo, sentivo che non poteva lasciarmi sola ad affrontare eventuali catastrofi). Si convinse.</span><br />
<span style="font-size: large;">L’altra mia sorella, Jole, era abituata ai viaggi intercontinentali, era stata in tanti posti in Europa e più volte in America: una vera donna di mondo. Quindi arrivò da Milano, il giorno prima, carica come un mulo.</span><br />
<span style="font-size: large;">Partenza da casa mia alle cinque di mattina, passando per Mestre - via Rielta - a caricare Bruna e poi all’aeroporto Marco Polo, dove ci saremmo incontrate con Alessandra, proveniente da Padova. Da lì volo per Bruxelles e poi Bruxelles- Dakar.</span><br />
<span style="font-size: large;">All’aeroporto, a quell’ora di mattina, in attesa di avere notizie del volo, gironzolavo un po’ dandomi un tono, quando vidi da lontano l'allora sindaco di Venezia Massimo Cacciari (stessi capelli neri di oggi). Lo salutai con la mano da pari a pari e lui da lontano mi fece un benevolo cenno di saluto. </span><br />
<span style="font-size: large;">Poi l’annuncio: l’aereo della Sabena il quale, giunto a Forlì la sera prima, avrebbe dovuto venire a Venezia per poi ripartire alla volta di Bruxelles, era rimasto bloccato a causa della fitta nebbia, e così bisognava raggiungerlo: sarebbe stato messo a disposizione dei passeggeri un autobus che ci avrebbe portato fin lì a Forlì…</span><br />
<span style="font-size: large;">Una bella scocciatura iniziare il volo via terra, ma pazienza, saliamo sull’autobus.</span><br />
<span style="font-size: large;">Fatta la tangenziale di Mestre (all’epoca ancora più intasata di oggi e rallentata dalla nebbia) mi aspettavo che imboccassimo l’autostrada. Invece l’autobus si infilò sulla Romea ad una velocità massima di 15 chilometri l’ora.</span><br />
<span style="font-size: large;">Sempre alla ricerca di spiegazioni logiche, mi dissi che evidentemente c’era una qualche regola che vietava agli autobus sostituti d’aereo di prendere l’autostrada.</span><br />
<span style="font-size: large;">Vedendo in che coda eravamo incastrati e pensando al fatto che di quel passo non saremmo mai arrivate in tempo a prendere la coincidenza per Dakar, cominciammo a rumoreggiare. Al che l’autista, con improvvida faccia tosta, ci rispose che era stato lui a decidere di non prendere l’autostrada (per risparmiare il pedaggio). </span><br />
<span style="font-size: large;">Ci imbufalimmo, ce lo volevamo mangiare perché stava mandando a monte il nostro viaggio. Lui rispondeva piccato, infischiandosi delle nostre ragioni, anzi facendo sfoggio di un’arroganza che non potevamo tollerare. </span><br />
<span style="font-size: large;">Così io e le mie sodali demmo sfoggio del nostro repertorio di <em>lotta dura senza paura.</em></span><br />
<span style="font-size: large;">Sull’autobus qualcuno faceva il tifo per noi, altri se ne fregavano, tanto per loro era un semplice ritardo. Un signore molto gentile, con uno dei primi computer portatili con connessione in rete e con la vocazione del mediatore, cercava itinerari alternativi per evitare la coda.</span><br />
<span style="font-size: large;">Infine arrivammo. Scese dal pullman finalmente potemmo vedere in faccia il simpatico autista che, con tono di voce da uomo sull’orlo di una crisi di nervi, concluse così l’amabile scambio di battute: “Scommetto che non siete nemmeno sposate!” Al che noi, come tante divinità offese, gli girammo le spalle e salimmo in aereo e finalmente partimmo.</span><br />
<span style="font-size: large;">Naturalmente a Bruxell arrivammo troppo tardi… </span><br />
<span style="font-size: large;">In un aeroporto immenso, girando da uno sportello all’altro, con le addette che parlavano con noi in francese e al telefono in una lingua affascinante e strana che era, credo, fiammingo, non so come, ma riuscimmo a ottenere giustizia: quella notte l’avremmo passata in un albergo a spese della compagnia aerea che l’indomani ci avrebbe organizzato un itinerario alternativo (il volo per Dakar partiva da lì solo due volte la settimana) per portarci comunque a destinazione.</span><br />
<span style="font-size: large;">La prendemmo con filosofia: un piccolo cambio di programma con sosta in Belgio, ma almeno tutto spesato. Anzi, mia sorella Serena era più che contenta: l’albergo era ottimo e non c’era alcuna traccia di quelle orde di scarafaggi che temeva la stessero aspettando in Africa.</span><br />
<span style="font-size: large;">Prendemmo possesso delle stanze poi io e le mie sorelle uscimmo a fare una passeggiata. Eravamo in un quartiere arabo con tanti negozi di tessuti che ci parevano a buon prezzo. Così io acquistai una stoffa molto preziosa di seta bordò con fili d’oro, con cui Bachy, l’amico di Bruna di Thiès, mi confezionò poi un completo casacca e pantaloni più bello a immaginarlo che a metterlo, che finì i propri giorni trasformato in sciarpetta. Finiti i soldi che avevamo dietro, ci comprammo un gran panino arabo imbottito all’araba con carne e spezie varie da dividere in tre: lo addentavamo a turno con morsi che già prefiguravano la fame che pensavamo di dover affrontare.</span><br />
<span style="font-size: large;">La cena in albergo era self service e si poteva prendere ciò che si voleva. Ne approfittammo allegramente ma ancor di più l’indomani mattina a colazione, quando, utilizzando a mo’ di sacco una piccola federa di cuscino (recuperata da mia sorella Jole, la donna di mondo) la riempimmo sotto gli occhi allibiti degli altri ospiti di paninetti, burretti e marmellatine che ci portammo dietro e che ci durarono per tutte le colazioni della vacanza.</span><br />
<span style="font-size: large;">Per farla breve, da Bruxelles volammo a Madrid, da qui a Las Palmas e finalmente alla volta di Dakar dove giungemmo verso la mezzanotte e con un solo giorno di ritardo. </span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<span style="font-size: large;">(continua, forse)</span><br />
<br />
<br />
<br />ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com29tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-27055853357093018522013-08-28T12:12:00.001-07:002013-08-28T12:13:28.254-07:00LA CASA DI TRIPEPI<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Ho
vissuto per i primi sei anni della mia vita i una casa a Tripepi, un rione di
Bova Marina, paesino che si incontra percorrendo la strada provinciale (che
noi chiamiamo nazionale) da Reggio Calabria verso Taranto e viceversa. Tutte le case di Tripepi davano direttamente sulla strada, al di là c'era la ferrovia e subito dopo la spiaggia e il mare... Dunque a</span></span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";">lla
prima stanza si accedeva direttamente dalla strada ed aveva diverse funzioni.
Ci dormivano i miei genitori nel letto grande e anch’io, in un lettino vicino alla porta, sulla
sinistra entrando. Era anche la stanza di ricevimento: se arrivava qualche ospite,
gli si portava una sedia facendolo accomodare vicino l’uscio, sempre aperto
sulla strada.<o:p></o:p></span></span></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUnDdex6Od1bZtTI8c8_gkKcQFvaJL2lIdlc1gJVuM7X5QLLelf41TyWSbpatQr0dOgSdocSIANbVMBmWnmrsSpNBuk6cFWEj8WmWXizCM1N2G5rnMLn1AhRFKe9Z2MY3E4ku2AOzV9XoR/s1600/bova.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUnDdex6Od1bZtTI8c8_gkKcQFvaJL2lIdlc1gJVuM7X5QLLelf41TyWSbpatQr0dOgSdocSIANbVMBmWnmrsSpNBuk6cFWEj8WmWXizCM1N2G5rnMLn1AhRFKe9Z2MY3E4ku2AOzV9XoR/s400/bova.jpg" width="400" /></a><span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";">
E studio: a</span></span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"> destra, sotto la finestra, c’era un tavolo con la
radio, una di quelle grosse di una volta, con la manopola del volume e quella per cercare le stazioni. Muovendola, si spostava una barretta verticale
e dietro scritte fitte e numeretti,
bisognava indovinare il punto migliore per captare il segnale,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tra rumori che mi parevano suoni poco urbani
o scrosci di temporale. <o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";">Quello
era il regno di mia sorella Tita, che studiava ragioneria a Reggio e grazie
alla radio riusciva a concentrarsi, estraniandosi dal contesto familiare, dalla
confusione di noi bambini che correvano avanti e indietro e dalle direttive a
raffica di mia madre.<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";">Sul
fondo, sempre a sinistra, c’era la porta che introduceva alla seconda stanza,
quella in cui dormivano Tita, Cilla, Nanda, Jole, Serena e Fiorenzo (ne mancano ancora due all’appello: Chicca, la più grande e
Pino: di loro non ho ricordi in quella casa perché erano andati via che ero troppo
piccola).<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";">Al
centro di questa seconda stanza c’era un tavolo quadrato attorno al quale
mangiavamo, chi sulla sedia, chi sul “casciuni”, la grossa cassapanca che
serviva da contenitore, da sedile e da letto. <o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";">Poi
si usciva in cortile: a destra c’era destra una cucinetta a legna. Un po’ più
avanti, sulla sinistra, il gabinetto: un buco praticato sul pavimento con
attorno una specie di gabbiotto senza porta.<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";">In
fondo uno spazietto recintato in cui tenevamo qualche gallina.<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";">Mi ricordo che di
affitto pagavamo tremila e cinquecento lire al mese.<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Ogni
tanto, quando torno a Bova, ci passo davanti ma non la riconosco più, è stata
modificata, spostate le porte, chiusa la finestra e chissà che altro. Ma se mi
capita di passare dalla parte di dietro, quella dei giardini su cui si
affacciava il nostro cortiletto, ho come un tuffo al cuore e mi vengono in
mente tanti episodi vissuti da quelle parti.<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";">Mi
ricordo quando, all’inizio dell’autunno, alle prime pioggerelline, rientravamo
dal cortile con un asciugamano in testa e andavamo bisbigliandoci all’orecchio una
all’altra: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“mi rrivau na goccia d’acqua e
mi dissi chi tu si storta”</i> o altri scherzetti rituali e scaramantici, come
quando mio fratello Fiorenzo, offeso per un presunto torto subito, se ne stette
tutto un pomeriggio seduto sul “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">casciun</i>i”
con l’ombrello aperto <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“Così faccio
malaugurio e muoio”,</i> o quando nel cortiletto mia sorella Serena si sedette
su una gallina e le tirò il collo (la buontempona di nostra zia Carmeluzza le
aveva detto che così le faceva fare le uova con due rossi).</span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: large;">Quando
ero piccola misuravo tutto col metro della mia casa. Se pensavo alla Madonna,
la vedevo con il mestolo in mano a dispensare la minestra ai suoi familiari,
proprio a quel tavolo quadrato della nostra seconda stanza; quando mio padre mi
raccontava la storia di “Mastru Cicciu senza paura” che contava una a una le
mosche che erano finite nel suo piatto di lenticchie, ed erano centocinquanta,
io me lo immaginavo che le tirava su una per una dall’aluzza, e le appoggiava
sul ripiano tra la cenere della nostra cucinetta…<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><o:p> </o:p></span><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";">Ho
sempre amato le novità e i cambiamenti, è il mio carattere, e anche quella
volta che abbiamo cambiato casa ero contenta, soprattutto perché saremmo andati
ad abitare al primo piano che per me era come salire un po’ sulla scala sociale,
e poi eravamo in paese, e poi c’erano tre balconi e un gabinetto vero con tanto
di sciacquone…<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";">Ma
già dopo un po’ di mesi che abitavamo nella nuova casa, io sognavo di tornare a
Tripepi.<o:p></o:p></span></span>ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-34874247828331339502013-08-24T04:07:00.003-07:002013-08-24T04:09:06.357-07:00Benritrovati!<em><span style="font-size: large;">Con una poesia vi ho salutato alla partenza per le vacanze, e con un'altra poesia mi ripresento.</span></em><em><span style="font-size: large;"></span></em><br />
<em><span style="font-size: large;">Come vedete, la letteratura francese la fa da padrona, con poeti per me veramente grandi.</span></em><br />
<em><span style="font-size: large;">Un piccolo appunto: questa che segue, l'ho recitata in uno spettacolo, ai tempi mitici della mia attività teatrale.</span></em><br />
<em><span style="font-size: large;">Agli amici prometto che presto riprenderò con le cose mie e interessandomi delle loro.</span></em><br />
<br />
<br />
<span style="font-size: large;">Le Coeur volé</span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEUGKJyjOpUxYlF0OpYOHrAwEAGBDIsGMzxBz3_Hrj6i-_pu-m6n_XRvvDxrLn5vBJl7ogZ89kDBtv5lrouiSEtKJdwQSwORDJAr9hOQj9NXzNOqMVfbOk_ruM1gexiQP1fHgA6mXABevd/s1600/untitled.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEUGKJyjOpUxYlF0OpYOHrAwEAGBDIsGMzxBz3_Hrj6i-_pu-m6n_XRvvDxrLn5vBJl7ogZ89kDBtv5lrouiSEtKJdwQSwORDJAr9hOQj9NXzNOqMVfbOk_ruM1gexiQP1fHgA6mXABevd/s320/untitled.png" width="209" /></a><span style="font-size: large;"></span><br />
<span style="font-size: large;">Mon pauvre cœur bave à la poupe,</span><br />
<span style="font-size: large;">Mon cœur est plein de caporal;</span><br />
<span style="font-size: large;">Ils lui lancent des jets de soupe,</span><br />
<span style="font-size: large;">Mon triste cœur bave à la poupe:</span><br />
<span style="font-size: large;">Sous les quolibets de la troupe</span><br />
<span style="font-size: large;">Qui pousse un rire général,</span><br />
<span style="font-size: large;">Mon triste cœur bave à la poupe</span><br />
<span style="font-size: large;">Mon cœur est plein de caporal!</span><br />
<span style="font-size: large;">Ithyphalliques et pioupiesques,</span><br />
<span style="font-size: large;">Leurs insultes l’ont dépravé.</span><br />
<span style="font-size: large;">À la vesprée, ils font des fresques</span><br />
<span style="font-size: large;">Ithyphalliques et pioupiesques,</span><br />
<span style="font-size: large;">O flots abracadabrantesques</span><br />
<span style="font-size: large;">Prenez mon cœur, qu’il soit sauvé!</span><br />
<span style="font-size: large;">Ithyphalliques et pioupiesques</span><br />
<span style="font-size: large;">Leurs insultes l’ont dépravé!</span><br />
<span style="font-size: large;">Quand ils auront tari leurs chiques,</span><br />
<span style="font-size: large;">Comment agir, ô cœur volé?</span><br />
<span style="font-size: large;">Ce seront des refrains bachiques</span><br />
<span style="font-size: large;">Quand ils auront tari leurs chiques :</span><br />
<span style="font-size: large;">J’aurai des sursauts stomachiques</span><br />
<span style="font-size: large;">Si mon cœur triste est ravalé :</span><br />
<span style="font-size: large;">Quand ils auront tari leurs chiques,</span><br />
<span style="font-size: large;">Comment agir, ô cœur volé?</span><br />
<br />
<span style="font-size: large;"> Arthur Rimbaud</span><br />
<br />
<br />
<span style="font-size: large;"> IL CUORE TRAFUGATO </span><a href="http://www.blogger.com/null" name="uno"></a><span style="font-size: large;"> <br /><br /> Il mio triste cuore sbava alla poppa,<br /> il mio cuore ricoperto di trinciato:</span><a href="http://www.blogger.com/null" name="due"></a><span style="font-size: large;"> <br /> gli gettano addosso schizzi di zuppa,<br /> il mio triste cuore sbava alla poppa:<br /> tra i lazzi mordaci della truppa<br /> che erompe in un riso generale,<br /> il mio triste cuore sbava alla poppa,<br /> il mio cuore ricoperto di trinciato.<br /> Itifallici e militareschi </span><a href="http://www.blogger.com/null" name="tre"></a><br />
<span style="font-size: large;"> i loro versi l´hanno depravato!<br /> Negli affreschi vedo al timone<br /> Itifallici e militareschi.<br /> O flutti d´abracadabra,<br /> prendete il mio cuore, che sia nettato!<br /> Itifallici e militareschi<br /> i loro versi l´hanno depravato!<br /> Quando avranno buttato le loro cicche,<br /> come agire, o cuore trafugato?<br /> Saranno singulti bacchici<br /> quando avranno buttato le loro cicche:<br /> avrò lo stomaco sottosopra,<br /> io, se il mio cuore è ricacciato:<br /> Quando avranno buttato le loro cicche,<br /> come agire, o cuore trafugato</span><span style="font-size: x-large;">? </span>ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com16tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-41084767866005266522013-07-26T01:11:00.000-07:002013-07-26T01:11:04.148-07:00Oggi Charles BaudelaireMe l'ha fatta venire in mente stamattina un amico blogger, anch'egli poeta.<br />
Così l'ho cercata su internet e la posto, questa poesia per me splendida<br />
(e che mi ricorda momenti ruggenti dei tempi dell'università)<br />
augurando a tutti noi simili incontri!<br />
<br />
Aggiungo i miei saluti prima di partire per le vacanze, <br />
CIAOOOOOOOOOOO<br />
<br />
À une passante<br />
<br />
La rue assourdissante autour de moi hurlait.<br />
Longue, mince, en grand deuil, douleur majestueuse,<br />
Une femme passa, d’une main fastueuse<br />
Soulevant, balançant le feston et l’ourlet ;<br />
Agile et noble, avec sa jambe de statue.<br />
Moi, je buvais, crispé comme un extravagant,<br />
Dans son œil, ciel livide où germe l’ouragan,<br />
La douceur qui fascine et le plaisir qui tue.<br />
Un éclair… puis la nuit ! – Fugitive beauté<br />
Dont le regard m’a fait soudainement renaître,<br />
Ne te verrai-je plus que dans l’éternité ?<br />
Ailleurs, bien loin d’ici ! trop tard ! jamais peut-être !<br />
Car j’ignore où tu fuis, tu ne sais où je vais,<br />
O toi que j’eusse aimée, ô toi qui le savais !<br />
<br />
A una passante<br />
<br />
La strada rintronante sbraitava intorno a me.<br />
Alta, sottile, in lutto, dolore maestoso,<br />
una donna passò, con la mano solenne<br />
sollevando e reggendo l’orlo del suo vestito.<br />
Nobile e svelta, con le sue gambe statuarie.<br />
Io succhiavo, contratto come uno stravagante,<br />
dentro i suoi occhi, cielo che cova un uragano,<br />
la dolcezza che incanta e il piacere che uccide.<br />
Un lampo… e poi la notte! Bellezza fuggitiva,<br />
il cui sguardo mi ha fatto rinascere di colpo,<br />
non ti rivedrò più fino all’eternitá?<br />
Lontano, via di qui! E troppo tardi, o mai!<br />
Dove fuggi, non so; tu non sai dove vado.<br />
Ma avrei potuto amarti e tu, tu lo sapevi!<br />
<br />
<br />
<br />ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com15tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-23548409911554659132013-07-21T05:16:00.002-07:002013-07-23T00:18:24.717-07:00Disavventure di un "rompi-scatole" <div align="justify">
<br /></div>
<span style="font-size: x-large;"></span><br />
<div align="justify">
<br /></div>
<span style="font-size: x-large;"><em></em></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><em>Posto, con il suo consenso, la mail ricevuta ieri da uno dei miei nipoti francesi, Dominique, che a mio parere è un perfetto monologo di cabaret. Penso che più di uno di noi si riconoscerà nelle situazioni descritte. Io l'ho trovato veramente divertente, non so voi...</em></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp0uqa-EUjNHAD5B33vgkpQRXj2ogUBrwUO1ARlOD6O_kXZpJ5pf3mdR609hIuOPb05N9aEo1gTfwpd3AxFNNtjjMod0jAHdJ4mVle7uTICk-kp9pBFJ_TYDABEZQN2N4SdRyMLmk-sUTs/s1600/images%5B3%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp0uqa-EUjNHAD5B33vgkpQRXj2ogUBrwUO1ARlOD6O_kXZpJ5pf3mdR609hIuOPb05N9aEo1gTfwpd3AxFNNtjjMod0jAHdJ4mVle7uTICk-kp9pBFJ_TYDABEZQN2N4SdRyMLmk-sUTs/s1600/images%5B3%5D.jpg" /></a></div>
<div class="im" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="im" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">"Al giorno d'oggi, con tutte le organizzazioni, enti e comitati di difesa del consumatore, non capisco perché c'è ancora una categoria di professionisti </span><span style="font-size: x-large;">che sfuggono a qualsiasi critica e continuano indisturbati a rovinarci la vita.</span></div>
<div class="im" style="text-align: justify;">
<div>
<span style="font-size: x-large;">Parlo logicamente dei produttori di imballaggi di ogni tipo.</span></div>
<div>
<span style="font-size: x-large;">Prendiamo per esempio una scatola di formaggini</span><br />
<span style="font-size: x-large;"></span><span style="font-size: x-large;">Bisogna prima tirare un filo per aprire la scatola in 2. Massimo dopo 3 cm, il filo si spezza oppure devìa verso una destinazione sbagliata.</span><br />
<span style="font-size: x-large;"></span><span style="font-size: x-large;">Dopo aver aperto con un coltello la" #@]~ " scatola e preso un formaggino, sorge la seconda prova, quella del nastrino rosso che dovrebbe in uno strappo dare alla luce il contenuto </span><span style="font-size: x-large;">e aprire la carta argentata come per magia. Sistematicamente ti ritrovi impiastrato di formaggino che mangi con tutta la carta (e nastrino rosso) che poi sputacchi.</span><br />
<div class="im">
<div>
<span style="font-size: x-large;">Questo nastrino rosso o trasparente ( non so perché non ci sono altri colori) è diffusissimo: sigarette, pacchi di buste, chewing-gum, e altri mille oggetti. Non funziona MAI.</span></div>
</div>
<span style="font-size: x-large;"></span><span style="font-size: x-large;">Altra categoria, le barchette di insaccati, con un cellofan trasparente che in un angolo dovrebbe scollarsi facilmente (come detto nella scritta </span><span style="font-size: x-large;">"apertura facile") ma che neanche con un pinza si stacca di un millimetro.</span></div>
</div>
<div class="im" style="text-align: justify;">
<div class="gmail_quote">
<div class="gmail_quote">
<div class="im">
<div>
<span style="font-size: x-large;">Generalmente, dopo qualche minuto di nervosismo crescente, soprattutto dato che c'è sempre qualcuno che ti dice " dallo a me, che lo faccio io" finisce con lo sventramento a coltellate della dannata plastica.</span></div>
<div>
<span style="font-size: x-large;">Abbiamo poi i pacchi con chiusura ermetica dopo apertura (tipo formaggio grattugiato) </span><span style="font-size: x-large;">che, visto che già non riesci ad aprirli, non parliamone di richiuderli.</span></div>
<div>
<span style="font-size: x-large;">Il più delle volte il poco di formaggio che sei riuscito a recuperare sul tavolo, o per terra per i più maldestri, lo rimetti nel mezzo sacchetto </span><span style="font-size: x-large;">che ti è rimasto in mano e lo chiudi con un elastico o una molletta.</span></div>
</div>
<div>
<span style="font-size: x-large;">Per finire dirò qualche parola sulle confezioni tipo "Blister" di oggetti per lo più metallici, come spillatrici, perforatrici, ma anche lampadine, e tanti altri oggetti.</span></div>
<div class="im">
<div>
<span style="font-size: x-large;">Qui il problema è la durezza allucinante della confezione: dopo esseti spezzato le mani per dimostrare che sei un uomo forte, e dopo aver utilizzato una chiave, per non far a vedere che non ce la fai, ti risolvi a trovare un coltello, ma qui la plastica si piega e se non c'è un aiuto devi sbrogliarti con i denti, a tenere teso il bordo per poter tagliare quella ##@#@ dannata </span><span style="font-size: x-large;">plastica. Se non finisci con un labbro di coniglio sei fortunato. Oppure, se sei fortunato e ordinato, utilizzi la forbice. Non ti dico lo stress quando compri una forbice sotto Blister.</span></div>
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="font-size: x-large;">Ecco per oggi basta, ma chi non ha mai avuto a che fare con queste trappole (impunite) moderne, mi butti la prima pietra. </span></div>
<div>
<span style="font-size: x-large;">Dal fronte</span></div>
<div>
<span style="font-size: x-large;">Mike"</span></div>
</div>
<div>
<span style="font-size: x-large;">P.S. Un altra volta parleremo dei sacchetti in amido biodegradabili che si squagliano sotto la pioggia...</span></div>
</div>
</div>
</div>
<span style="font-size: x-large;"></span><br />
<div class="im">
<div>
</div>
<div class="gmail_quote">
</div>
<div class="gmail_quote">
</div>
</div>
ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-33117318704194428252013-07-11T12:37:00.001-07:002013-07-11T12:42:05.623-07:00L'AFRICA PER ME<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img border="0" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil7BzICMMhhPK4bOvvaZlNW9PB7wcmjL-205LktffmJmdas0mDBhl-rLnqq6ZevJAgYa-UJgSTGFxhAswXVKafOd0rI-qK7wtkY-Oh5R6HBJTYuCbJ4wGd0XX6fbFF2fyG83HYMOUqn856/s320/senegal+5.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="320" /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">veduta dal nostro cortile</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="font-size: large;">Quanto tempo è passato? Sembra una vita fa eppure sono solo tredici anni che mi separano da quella vacanza memorabile in Senegal.
<br />
Veramente Alessandra, una di noi cinque , cercava di darsi un tono attribuendosi la patente di viaggiatrice, per non dire esploratrice o studiosa antropologa e continuava a ripetere che lei non era una turista. Sarà...</span><br />
<span style="font-size: large;">Avevamo affittato una casetta sulla riva dell’oceano e facevamo la spesa e ci preparavamo da mangiare su una cucinetta a gas non proprio avveniristica e per quei 22 giorni che durò la nostra vacanza ci illudemmo di fare la stessa vita degli abitanti. </span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijH10muxOrCd5udvJG9xO82TGh3Wry-2Td7I3gSHlNvZOX8id39z9SXk1EjyTl05G5gB19yfgu6Ic6a7pCFVBm_sOabfOqqozmpDenadZ9CTILfyYLT_Jmvi0vDad3RKKpxso9ijuRjCMW/s1600/senegal+8.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: large;"><img border="0" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijH10muxOrCd5udvJG9xO82TGh3Wry-2Td7I3gSHlNvZOX8id39z9SXk1EjyTl05G5gB19yfgu6Ic6a7pCFVBm_sOabfOqqozmpDenadZ9CTILfyYLT_Jmvi0vDad3RKKpxso9ijuRjCMW/s320/senegal+8.jpg" width="320" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;">mia sorella Jole ai fornelli</span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: large;"><br />
Vero è anche che Bruna - la nostra capo-branco - aveva vissuto in Senegal per ben sei anni e si era anche sposata con un senegalese (dal quale aveva prontamente divorziato) e contrattava e litigava al mercato come una del posto, mentre noi che eravamo alla prima esperienza d’Africa eravamo inizialmente pervase da un buonismo appiccicoso che ben presto (almeno a me) risultò emanare un tanfo di paternalismo di cui cercai di liberarmi, non sapendo però bene quale fosse la strada meno accidentata.<br />
Dunque dicevo quella casetta… al nostro arrivo, che avvenne di notte, mi sembrò una catapecchia insidiata dagli insetti nella quale non avrei mai e poi mai potuto chiudere occhio. Mia sorella Jole fece una mezza tragedia dicendo che lei là non ci dormiva e che voleva andare in un albergo. Mia sorella Serena, che aveva già avuto una crisi prima della partenza e voleva rinunciare al viaggio: troppo lontano, troppi pericoli, troppi scarafaggi… continuava a dire “chi me l’ha fatto fare, se volevo stare in una casa diroccata non bastava S. Pasquale?”<br />
Sarà stato per contenere le loro ansie che non diedi sfogo alla mia e così quella prima notte le convinsi a pazientare, che domani avremmo visto. E così dormimmo tutte e tre nello stesso letto, costituito da un rialzo di cemento su cui c’era un materasso di spugna, vestite sia per il freddo che per evitare contaminazioni. Da notare che io, attenendomi ai racconti sul clima africano di Bruna, di quando diceva che passava le giornate sulla sdraio con un ventilatore davanti e uno dietro, non mi ero portata neanche il pigiama “cosa vuoi che mi serva un pigiama, con quel caldo che ti investe come un getto d’aria calda appena esci dall’aereo?” e invece, sarà stato che era fine gennaio, quella notte faceva un freddo vero e proprio.<br />
Così per tutte le vacanze dormii vestita, con una maglia e i pantaloni più larghi che avevo.<br />
L’indomani mattina, come ci alzammo e dalla porta finestra che dava sulla spiaggia guardammo fuori, tutto era cambiato: subito giù dagli scalini del cortiletto sul retro, si distendeva una spiaggia infinita di sabbia dorata e finissima sulla quale alcuni bronzi di Riace si allenavano correndo o facendo flessioni. Proprio di fronte a noi, l’onda dell’oceano batteva delicata su una bassa scogliera nella quale in seguito saremmo andate a caccia di granchi, il sole splendeva rendendo scintillante il panorama e i nostri cuori.<br />
Dopo una radicale pulizia di fondo, anche la nostra casetta aveva perso l’aria desolata della notte prima e aveva acquistato dignità. (L’anno dopo, quando tornammo, riuscimmo a riaffittarla e mi commossi fino alle lacrime: già allora cominciava ad attecchire in me quell’affezionarsi ai luoghi tipico dell’età senile che avrebbe poi fatto ampio sfoggio in seguito al mio ultimo trasloco). <br />
Ci ridistribuimmo le stanze (io ne presi una da sola che condivisi per tutta la vacanza con un ragno menefreghista che se ne stette tutto il tempo nei pressi del soffitto, senza mai darmi confidenza) ci organizzammo con le nostre cose e quello spazio disadorno diventò casa nostra, col suo bel cortile sulla spiaggia, con la doccia all’aperto e con dietro la minuscola stanzetta del guardiano (incredibile, tutte le case affittate ai turisti avevano annesso un abitacolo con guardiano compreso nel prezzo!)</span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6XLcKqWarx7icbS__AgB5ez3yUgA5mvEq7q-3XHu0w8Vnmd61nNQVlT_H5EREEIUyyHckSigvcKEJZAYjXhxsuF6frHl2OCuLxk5ec6k6EjtnObF1krk8CepicC1RYwfpVZcbEIeZ_0M0/s1600/senegal+7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: large;"><img border="0" height="260" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6XLcKqWarx7icbS__AgB5ez3yUgA5mvEq7q-3XHu0w8Vnmd61nNQVlT_H5EREEIUyyHckSigvcKEJZAYjXhxsuF6frHl2OCuLxk5ec6k6EjtnObF1krk8CepicC1RYwfpVZcbEIeZ_0M0/s320/senegal+7.jpg" width="320" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;">donne che passavano offrendo i loro prodotti</span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: large;"></span><span style="font-size: large;"></span><br />
<h2>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img border="0" height="460" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8T2F3a13rqMTJUujYovbR2a0PulLMbf8tH30-DptF9N0RwmpH-UHOeSl6crjWpZOVzEzc-QXhMon9gm-c00v_SJHsH-pOVPHj0welmCjatOVIpi-H_isEqfHs5foMwephm0_Bj5opZD4I/s640/senegal+3.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="640" /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La regina bianca in gran Bubù alla festa dei bambini</td></tr>
</tbody></table>
<br />
continua (forse)...<br />
<br />
<br />
<br />
</h2>
ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com22tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-7440838323622170422013-07-01T12:46:00.000-07:002013-07-01T12:46:22.753-07:00In dieta!<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Salì sulla bilancia ed aveva perso il primo
chilo.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoBodyText" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Un momento di felicità vera, anche se può
sembrare poca cosa un chilo, di fronte all’eternità dei suoi ottantaquattro e
mezzo: circa centosessantotto libbre di peso corporeo (quasi tutta massa grassa
perché la povera struttura ossea era davvero poco rappresentativa e di muscoli
neanche l’ombra).<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Dopo una settimana aveva perso il secondo
chilo: in marcia! Ottantatre chili e mezzo di ottimismo. Cosa sono i sacrifici
di fronte a una giusta causa? <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt; mso-ansi-language: FR;">« Mourrons pour des idées, d'accord, mais de mort lente…<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>»<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6829625831774065794#_ftn1" name="_ftnref1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference">*</span></a> </span></i><span lang="FR" style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt; mso-ansi-language: FR;"><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTDsnSsu8RnElBLmrLh2QXbOge7IJSkOAS-5HN2oNOP2KgSw56WYPJfI-zBnngQA3oT8TuWNIWQ6IWqo_yOjwvzjsb5ERF1W4MnizU6SkReUe2v6qudEDfKESBkTt0MqowAeEWwYmDFmeh/s400/400_F_53363932_4HnHRZnBljZi8yCqQHfG03wG3vhKSyYN%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTDsnSsu8RnElBLmrLh2QXbOge7IJSkOAS-5HN2oNOP2KgSw56WYPJfI-zBnngQA3oT8TuWNIWQ6IWqo_yOjwvzjsb5ERF1W4MnizU6SkReUe2v6qudEDfKESBkTt0MqowAeEWwYmDFmeh/s320/400_F_53363932_4HnHRZnBljZi8yCqQHfG03wG3vhKSyYN%5B1%5D.jpg" width="213" /></a><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Erano mesi che non osava pesarsi. L’averlo
fatto la settimana prima era stato catartico: dopo lo choc iniziale era giunta
la consapevolezza. Un pomeriggio forsennato. Frigo: via tutto! Apri tutti gli
sportelli della dispensa e fai una bella pulizia che è meglio: gelati,
cioccolatini, patatine, hamburger, ravioli cinesi, gamberetti in tempura…
Basta, via, tutto nella spazzatura, è tutta roba marcia! (che venga dalla
Danimarca?)<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Terza settimana: meno mezzo chilo. Una
leggera delusione. L’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">eurostar</i> è stato
declassato a <i style="mso-bidi-font-style: normal;">espresso</i>. Del resto
meglio così, ottantatre, conto tondo.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Il quarto chilo è costato un po’ di fatica:
ben nove giorni per raggiungerlo. D’altronde c’è stata di mezzo quella cena
senegalese che da tempo aveva promesso ai suoi amici. Hai un bel dire tu, ma
cucina quel meraviglioso <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tiébou dien</i></span><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6829625831774065794#_ftn2" name="_ftnref2" style="mso-footnote-id: ftn2;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Symbol; font-size: 14pt; mso-ascii-font-family: Tahoma; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-char-type: symbol; mso-hansi-font-family: Tahoma; mso-symbol-font-family: Symbol;"><span style="mso-char-type: symbol; mso-symbol-font-family: Symbol;">©</span></span></i></span></a><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;"> e poi che fai, lo lasci sbafare solo agli altri?<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Ma una piccola ricaduta non demoralizza mai
un vero combattente che,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>come Muzio
Scevola, se ha sbagliato si autopunirà... Beh, con la mano si andava meglio,
con la pancia la vedo un po’ più dura. E poi, al giorno d’oggi, dove lo trovi
un braciere?<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Al sesto chilo l’euforia riprende il volo.
Adesso è anche più facile resistere ai richiami del frigorifero. Lo stomaco è
più ubbidiente, il palato si adegua.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Si fa strada una sorta di sana diffidenza
verso quei cibi <i style="mso-bidi-font-style: normal;">assurdi</i> di una volta.
Non parliamone più di pasta, spaghetti al ragù, pasticcio, riso, risotto,
risotto allo zafferano, risotto con la salciccia, risotto con i funghi, risotto
con i fegatini, fegatelli, animelle, mortadella, mortadella tagliata a pezzi
grossi, camembert… Non ci pensiamo più. Addio belli, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">lasciamoci così senza rancor</i>… Ora si mangia sano! Ora anche lo
yogourt magro non è poi così schifoso. C’è del buono nei fiocchi di latte, una
bella ciotola di pappetta bianchiccia e tremula… e così sia.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Al decimo chilo un successone. Riesce ad
infilare nuovamente i jeans di cinque anni prima. Siamo ancora alla taglia 48,
sono ancora un po’ fascianti, ma vuoi mettere?<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Intanto, mentre il corpo sta cambiando,
parrebbe che anche la mente si adegui, elabori il nuovo. Più centrata nel
camminare, più concentrata nel parlare, con una strana propensione per gli
elenchi. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Mentre prima li evitava, ora ha un’intensa
attrazione per gli specchi. Anche per strada, difficile non<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>buttare uno sguardo di sfuggita, con finta
indifferenza, alle vetrine. Che brivido intravvedere quella sagoma in movimento
che, accidenti, è proprio la sua!<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">E la voglia irrefrenabile di pesarsi? Non
più una volta alla settimana ma ogni giorno, anche più volte al giorno, anche
in quei giorni…<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Al quindicesimo chilo in meno è veramente
un’altra persona: sessantanove chili e mezzo. Ma ci pensate? Ora le vetrine,
oltre che specchi occasionali, richiamano la sua attenzione sui prodotti
esposti. Gli abiti alla moda non sono ancora tutti alla sua portata, ma già
cominciano a fare occhiolino certe camiciole dai teneri quadratini, jeans
sfilacciati, gonne rifiorite. E tutti quei pizzi sfarfaleggianti di mutande e
reggiseno. Col prossimo stipendio si colpirà, e si colpirà duro. Augh!<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Gli amici sono tutti più cari, il sole è più
caldo e il mare è meno inquinato, le vacanze sono più promettenti, le commesse
sono gentili e non sfoggiano più quel ghigno di scettica commiserazione di
quando osava entrare per provarsi qualche cosa. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Al sedicesimo chilo in meno si apprezza
veramente, ma veramente di gusto, anche il minestrone con dentro il peperone.
Peperone bollito in definitiva! Chi l’avrebbe detto?!<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">E pensare che era una patita dei peperoni
ripieni. Peperoni imbottiti, peperoni arrostiti, peperoni alla sciué-sciué,
peperoni fritti, pomodori fritti (verdi?), patate fritte, patate alla
provenzale, patate douchesse, tortino di patate, spaghetti al ragù, pasticcio, risotto,
risotto allo zafferano, risotto con la salsiccia, risotto con i funghi, risotto
con i fegatini, fegatelli, animelle, spaghetti all’amatriciana, mortadella,
mortadellona, mortadella tagliata a pezzettoni, gamberetti, camembert…<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoBodyText" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Di
nuovo? No, no! Non ricominciamo, basta! HO DETTO BASTA!!<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoBodyText" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Come
hai detto? Pasta? <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14pt;">Pasta,
pasta al forno, pastasciutta, pastina in brodo, riso, risotto, risotto allo
zafferano risotto con la salsiccia, risotto con i funghi, risotto con i
fegatini, sofficini, animelle, fegatelli AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOO</span><span style="font-size: 12pt;"> <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<o:p><span style="font-size: x-small;"> </span></o:p></div>
<br />
<div style="mso-element: footnote-list;">
<!--[if !supportFootnotes]--><br />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<br />
<div id="ftn1" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6829625831774065794#_ftnref1" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: x-small;">*</span></span></i></span></a><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";"><span style="font-size: x-small;">
Brassens, è evidente!<o:p></o:p></span></span></i></div>
</div>
<div id="ftn2" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6829625831774065794#_ftnref2" name="_ftn2" style="mso-footnote-id: ftn2;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Symbol; mso-ascii-font-family: "Times New Roman"; mso-char-type: symbol; mso-hansi-font-family: "Times New Roman"; mso-symbol-font-family: Symbol;"><span style="mso-char-type: symbol; mso-symbol-font-family: Symbol;"><span style="font-size: x-small;">©</span></span></span></span></a><span style="font-size: x-small;"> <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif";">riso
col pesce, no!?<o:p></o:p></span></i></span></div>
</div>
</div>
ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-59368489978481059092013-06-16T03:54:00.000-07:002013-06-17T15:12:03.724-07:00Elfi per sempre<br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"></span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"> </span></div>
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: x-small; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">“Partorire
in un bosco tedesco ai tempi della grande madre Russia…”</span></i><br />
<em><span style="font-size: large;">citazione dalla risposta a un mio commento presso il blog di Massimo (o Paolo?) in cui accennavo al fatto che mio nipote era nato nel bosco</span></em></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Caro Massimo, il tuo equivoco mi
induce a rompere gli indugi. <o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">È<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>Comprensibile che tu abbia collocato così in là nel tempo un episodio
che evidentemente ti appare incredibile possa essere avvenuto ai giorni nostri!
<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">E invece è proprio così, Samuele
Silvano ha appena sei anni e dunque l’evento boschivo risale al 14 marzo 2007,
in quel di Jena, deliziosa cittadina della Turingia, ex Germania dell’est,
città natale di Susan, moglie di Mario, il mio figlio “Elfo”.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Racconterò forse in futuro di loro
e della loro vita nella fantasiosa comunità Toscana, dove sono tornati dopo
l’intermezzo tedesco. <o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Dico solo che non erano nuovi
all’esperienza della vita selvatica, anche Amba, l’altro mio nipote preferito,
era nato “in natura”.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Dunque l’estate prima avevano
ufficializzato la loro unione sposandosi in quel di Pavana: un matrimonio
anch’esso molto fuori dagli schemi: spero di riuscire a proporvi qualche scena
che ho girato, tanto per dare l’idea.<o:p></o:p></span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6HXnrYM6RvPXpa2GOtupeNy6Rpz0DGa2Xqrk9fydJ346VSOzqc0mZB0k_OqeN9LtUi_aP89ts-LqNLV8ACymuta27u3_QC8_ENxO9ZnJQ6f0R2Q_Fb4n1fjRAPZ9jx78Y8VpLFplpMLN5/s1600/_DSC0883_1523.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6HXnrYM6RvPXpa2GOtupeNy6Rpz0DGa2Xqrk9fydJ346VSOzqc0mZB0k_OqeN9LtUi_aP89ts-LqNLV8ACymuta27u3_QC8_ENxO9ZnJQ6f0R2Q_Fb4n1fjRAPZ9jx78Y8VpLFplpMLN5/s320/_DSC0883_1523.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Dopo di ciò decisero di trasferirsi
a Jena, appunto, con gli altri figli (ancora altri 2, già grandi e splendidi,
“di primo giaciglio” e Amba).<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Dunque Germania, dunque efficienza,
dunque controllo e sicurezza…<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Infatti Susan era regolarmente
seguita e monitorata e l’evento avrebbe dovuto avvenire in una cosiddetta “casa
del parto”.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Da qui noi gustavamo un senso di
tranquillità e soddisfazione a pensare che in fin dei conti erano tornati alla
civiltà e che stavolta tutto sarebbe avvenuto in maniera consona e sicura.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Ma i giorni passavano e Samuele
tardava, pareva non volesse saperne di camici e dottori. Così, grazie ad una
primavera meno capricciosa di quest’ultima, Susan pensò di fare una passeggiata
nel bosco (“casualmente” si era portata dietro tutto l’occorrente). E mentre
erano nel bosco e Mario si era appisolato, capì che il momento era giunto e
Samuele si era finalmente deciso a farsi avanti.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Tornò alla macchina, abbastanza
lontana, prese il corredino, perse le chiavi, chiamò Mario che non la sentì,
tornò carponi perché nel frattempo le doglie incalzavano e lo svegliò.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">A quel punto la natura fece il suo
corso, e aiutata dal marito, partorì.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Espletata questa piccola incombenza
telefonarono (sì, perché il cellulare ce l’avevano!) agli altri figli che li
raggiunsero in bicicletta, rientrando poi tutti assieme a casa di Heidi, la mamma
di Susan la quale, sebbene tedesca, per poco non svenne.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Tutto andò bene, dunque, e dato che
a noi fu raccontato per telefono a cose fatte, ne fummo contenti anche noi. <o:p></o:p></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">A me venne l’idea di suggerire a
Mario di mettergli il nove Silvano, ma l’aveva già fatto lui!</span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"></span><br />
Ecco il mini filmato. La qualità originale è migliore ma qui non ho saputo fare di meglio...<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dyJJPUMMRXxirsApDim-T8kzdS45kWKxUka6P0VF_ZBcbLFZbLh2UcyIs57xlncqSlNIYXpap4lrMkmasDDCw' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com40tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-45034454099761221882013-06-08T04:35:00.000-07:002013-06-08T04:35:54.352-07:00Assente<span style="font-size: x-large;">Per chi passasse o pensasse che l'ho dimenticato/a:</span><br />
<span style="font-size: x-large;"></span><br />
<span style="font-size: x-large;">Sarò assente per motivi di ordine superiore per qualche tempo, spero solo giorni...</span><br />
<span style="font-size: x-large;">Un saluto a tutti e a presto!</span>ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-81355845106758073142013-04-30T13:35:00.003-07:002013-04-30T13:54:22.287-07:00In gita!<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: x-large;">Sotto
le mentite spoglie di turisti stagionali, noi bovesi di una volta ogni anno, in
estate, torniamo a Bova. Spesso anche a Pasqua e ogni tanto perfino in pieno
inverno. <o:p></o:p></span></span></i><br />
<span style="font-size: x-large;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Questa
coazione a tornare non si spiega facilmente: fuori stagione Bova è più che
altro noia e delusione. Capita pure che piova e faccia freddo e sembra che con
i bovesi contemporanei non si abbia granché da spartire… <o:p></o:p></span></i></span><br />
<span style="font-size: x-large;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Ciò
fintantoché non incontriamo un vecchio conoscente, un amico o un’amica
d’infanzia, un ex compagno di scuola…<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>Allora il tempo scompare e ci pare di essere quelli di un tempo.<o:p></o:p></span></i></span><br />
<span style="font-size: x-large;">
</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: x-large;">C’è un amico di mia sorella, un suo
vecchio compagno di liceo, che ora fa il medico e il sindaco, che ogni volta
che si incontrano è come se fossero ancora a scuola. Si mettono subito a
passare in rassegna personaggi sempreverdi: Coppolino, l’improbabile insegnante
di matematica e fisica con difetto di pronuncia, a cui tutti facevano il verso:
“<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Professore, professore, ci faccia una
ppecie di cchema alla lavagna</i>”, Baseperaltezza, la<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ragazza a forma di rettangolo, <st1:personname productid="la Disorientata" w:st="on">la Disorientata</st1:personname>, una
professoressa assurda che arrivava in classe e chiedeva “Come fate a orientarvi
se non avete la bussola, se non c’è il sole, né le stelle, né gli alberi con il
muschio rivolto verso nord?” E che alla fine, dopo che non si trovava nessun
appiglio da manuale di sopravvivenza, se ne usciva candida<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>“Ma come, ragazzi, ma non lo sapete? Ma con i
punti cardinali, no?! Si stabilisce prima il nord, poi l’est, poi l’ovest
…”<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ma come cavolo si facesse a stabilire
dove era il nord<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>restò sempre un
mistero. <o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: x-large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Chi se ne frega, mi verrebbe da dire:
fatti loro, loro rimembranze, ognuno ha i ricordi che si merita. Il fatto è che
immancabilmente il sindaco-dottore prima o poi arriva alla <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>famosa gita di S. Elia di Palmi, organizzata
dal loro liceo alla quale partecipai anch’io. <o:p></o:p></span></span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitk3X-8ZoioLIbjXwadMBiE8IJUgQB_238rnXzm6KFePeq8ds00X935LnadCbJbdepWNNpiVFZQ4VNgIJ5yZSUhVjFEMySNUJPRjDZuRveqlUvc05tCku4BGSZ86RMJ25hFOurwAVVBZXP/s1600/palmi.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitk3X-8ZoioLIbjXwadMBiE8IJUgQB_238rnXzm6KFePeq8ds00X935LnadCbJbdepWNNpiVFZQ4VNgIJ5yZSUhVjFEMySNUJPRjDZuRveqlUvc05tCku4BGSZ86RMJ25hFOurwAVVBZXP/s1600/palmi.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">S. Elia di Palmi</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: x-large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">E che cosa ripete ogni volta? Che cosa
gli è rimasto impresso di tutta quella giornata? Che io, appena scesa dal
pullman, correndo verso una fontanella il cui fondo era ricoperto di acqua
stagnante, nell’impeto della corsa caddi comicamente, imbrattandomi di uno
schifosissimo limo verdastro che mi rovinò il mio bel vestitino jacquard con le
maniche a palloncino e buona parte della giornata.</span></span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: x-large;">Che poi io quel ricordo l’avevo
sepolto nei più oscuri meandri della memoria! Ma pare che lui abbia fatto il
voto di riesumarlo, e con sadismo lo ripropone ogni volta che ci incontriamo,
riattivando in me quella sensazione di imbarazzo e dissonanza tra la donna emancipata
e pronta a partecipare al banchetto della vita che mi sentivo dentro e la
ragazzina goffa, complessata e inadeguata che ero.<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: x-large;">
</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: x-large;">Il capitolo gite scolastiche è uno dei
capisaldi dell’epopea familiare, perché a casa mia le vicende ad esse collegate
solitamente prendevano gli accenti della tragedia greca.<o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: x-large;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">A
casa mia la parola gita-scolastica era un quasi-tabù, che si sommava ad altri
termini ed espressioni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>impronunciabili
del tipo: ragazzo/fidanzato, feste, andare a ballare, uscire con le amiche,
andare alle giostre. Il tabù gita-scolastica era di rango inferiore ma foriero
di facili complicazioni. </span></span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Il copione era più o meno lo stesso:
mia sorella Serena tornava a casa con la notizia che la sua scuola stava organizzando
una gita. Non erano mai viaggi interplanetari, la meta raggiungeva al massimo una
delle località turistiche della zona: Gambarie d’Aspromonte, Copanello, lo Zomero
o, appunto, S. Elia di Palmi. Non più di tre/quattro<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ore di pullman. </span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs4L8IawGQJEtMA2tvrG0F19PqMDlivneLYJWTqCKJsYs2SSoTdzregEjLaf6HryqctemkE_6EqVukUWXzKAibW4xVH3g888cSOlg7yg2fxxu0kJ7uMkgFyKLWrjI7pgFsVTLl_1l8Q4Rx/s1600/gambarie.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs4L8IawGQJEtMA2tvrG0F19PqMDlivneLYJWTqCKJsYs2SSoTdzregEjLaf6HryqctemkE_6EqVukUWXzKAibW4xVH3g888cSOlg7yg2fxxu0kJ7uMkgFyKLWrjI7pgFsVTLl_1l8Q4Rx/s320/gambarie.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gambarie d'Aspromonte</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Naturalmente per mia madre questa
notizia era già di per sé una pugnalata alla schiena, che dimostrava ancora una
volta la nostra ingratitudine filiale, il menefreghismo di mio padre, il
cattivo esempio che ci si passava da una sorella all’altra <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“Ania Catania e terra senza patruni”</i> (mia mamma si esprimeva a
proverbi, questo era uno dei suoi preferiti che neanche noi abbiamo mai capito
esattamente che significa, ma che si potrebbe tradurre più o meno con <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“ognuno fa quel cazzo che gli pare”</i> ).</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Seguiva una lunga trattativa che
coinvolgeva mio padre (dato che si doveva affrontare anche l’aspetto economico
della cosa) e un tira e molla a non finire. Si faceva ricorso anche al parere
di altri familiari che, se le trattative andavano a buon fine per noi, mia mamma
chiamava Giuda e Traditori. </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Pagando la quota di iscrizione, si
poteva accodare al gruppo qualche altro familiare e così di solito si aggregava
mia sorella Jole, un po’ più grande. Per legge le spettava, dato che non aveva
fatto le scuole superiori (cosa che fu a lungo un suo cruccio, finché non
riuscì a frequentare, anni dopo, una scuola per contabili a Reggio Calabria, che
le permise in seguito di impiegarsi a Milano in una grande azienda). Solo
quella volta di S. Elia ero riuscita ad andarci io, probabilmente Jole era a
Milano, in “vacanza” dai fratelli più grandi. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: x-large;">Solitamente dunque io rimanevo a
casa mentre Jole e Serena andavano in gita. Loro merenda al sacco con panino e
cotoletta e tante altre cose buone, io a casa a mangiarmi il fegato e sorbirmi
le paranoie di mia mamma. </span></span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Sì perché era chiaro che mia mamma
avrebbe passato tutto il tempo a immaginare catastrofi e fin dal primo
pomeriggio si sarebbe appostata alla finestra a scrutare la strada, per vedere
se arrivava il pullman o comunque la cattiva notizia. </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Più o meno verso le quattro e mezza si
metteva di vedetta,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e per ingannare
l’attesa mi mandava avanti e indietro ad eseguire ordini sempre più agitati a mano
a mano che passava il tempo. </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Quella volta della gita a Copanello il
pullman, sulla via del ritorno, si ruppe. Più di cinque ore di ritardo. Non
c’erano telefoni né usavamo piccioni viaggiatori e dunque mia madre fu sicura
dell’ineluttabile catastrofe e la sua reazione fu all’altezza delle
aspettative…</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Andiamo per ordine. Erano le cinque e
mezzo e io avevo già fatto tre giri alla bottega a comprare il detersivo per i
piatti, cinquanta lire di citrato contro l’acidità di stomaco e mezzo chilo di
pane di grano (una cosa alla volta, naturalmente); due volte dalla vicina a
chiedere <i style="mso-bidi-font-style: normal;">nonricordocosa </i>e messo
sottosopra il primo cassetto del comò alla vana ricerca delle forbici. Se
cercavo di allontanarmi, anche con la scusa dei compiti, mia mamma mi chiamava
in continuazione, chiedendomi di fare questo o quello a casaccio. Penso che
forse già si immaginava le mie sorelle morte in fondo a un qualche burrone,
dietro a quella maledetta curva, e non voleva perdere anche me.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: x-large;">Mio padre al pomeriggio dormiva, e
anche quel giorno, svegliatosi e preso il caffè, se ne era uscito per andare in
sezione. Ulteriore elemento di frustrazione per mia madre, con le figlie
disperse e il marito che se ne andava come se niente fosse a giocare a dama.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: x-large;">Alle otto di sera, sempre appollaiata presso
il balcone, dietro le imposte accostate quel tanto che bastava a farle vedere
fuori senza essere vista, cominciò a battersi i pugni sul petto, all’uso
antico, a ritmo cadenzato e accompagnandosi con una cantilena sinistra in cui
piangeva le figlie morte, ribadiva il suo ruolo di Cassandra, affibbiava a
ciascuno la sua colpa e in particolare a mio padre che se ne stava in sezione a
giocare a dama come se niente fosse, mentre tutti i nodi venivano al pettine. </span></span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Io ero là nei pressi, cercando di
scomparire per non darle altri spunti, colpevole com’ero col mio essere figlia. </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Naturalmente non volevo crederle e mi
dicevo che faceva sempre così, che come ogni volta alla fine ci sarebbe stata
una spiegazione logica, che tutto si sarebbe risolto, ma anch’io vivevo la sua
stessa angoscia. </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Quando finalmente rientrò mio padre
cercò di calmarla dicendole “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">vedrai che</i>
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">ora arrivano</i>”, che se fosse successo
qualcosa lo si sarebbe saputo e via dicendo, e con ciò esacerbandola ancora di
più. </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Nemmeno ci mettemmo a tavola quella
sera, mio padre si fece “apparecchiare” una sedia davanti alla televisione e
mangiò pane e salame, seguendo distrattamente i programmi, più per darsi un
contegno che altro mentre mia mamma non si mosse nemmeno dal balcone. Io
all’epoca ero inappetente e quindi forse sbocconcellai qualcosa forse no, ma
nessuno se ne accorse. </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">La situazione era sempre più tesa, mia
madre stava per giungere al parossismo della sua crisi isterica, quella che di
solito culminava in una specie di crisi epilettica che la faceva diventare dura
come un legno e cadere a terra strabuzzando gli occhi. Con terrore me la
aspettavo da un momento all’altro, non riuscivo a immaginare altra via
d’uscita… </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Finalmente verso le undici e mezzo
vedemmo passare sulla nazionale un pullman, ma purtroppo mi sembrò diverso da
quello che avevo visto al mattino. Non dissi niente per guadagnare un po’ di
tempo. </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Ma fortunatamente dopo neanche dieci
minuti sentimmo uno scalpitio e qualche risatina su per le scale, ed ecco
ri-materializzate le gitanti. Fintamente contrite pur se pienamente
giustificate da motivi di ordine superiore ma fondamentalmente felici, con
ancora nel cuore e nelle orecchie le cantate a squarciagola del viaggio di
ritorno. Le odiai per quel loro divertimento malamente dissimulato, ma almeno l’agonia
era finita. </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">Ci fu sollievo, certo, ma non ci
furono abbracci. Per mia madre la “scusa” che l’autobus si fosse rotto e
avessero dovuto aspettare che ne arrivasse un altro, non bastava certo a
cancellare quel tragico pomeriggio, né la colpa della loro ostinazione a
pretendere di partecipare a quella gita che se anche era finita bene, avrebbe
potuto essere fatale. </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: x-large;">Perciò che fosse ben chiaro per
quell’anno di altre gite non se ne parlava. <o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: x-large;">
</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;">E io?</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: x-large;">Io ci andai appunto l’anno dopo,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>proprio a quella famosa gita di S. Elia di
Palmi… <o:p></o:p></span></span><br />
<span style="font-size: x-large;"></span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: x-large;"><o:p> </o:p></span></div>
<span style="font-size: x-large;"></span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<o:p> </o:p></div>
ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com43tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-90025468843943415382013-03-30T01:14:00.001-07:002013-03-30T01:14:09.966-07:00Il mio ricordo personale
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHPzmu0LQEkhCf76082beNPuZmZd8bVkhFrrlf00v_qP-tZ6WblN1KRULU_FVho7xHjy5FHQ1keb80K8YwYf6vvtS4xw9Cowi1o8Y8MmJT21Dv7AHXCSToVAb-rLuA9J_2COwv9fwD4Tt_/s1600/Enzo_Jannacci.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHPzmu0LQEkhCf76082beNPuZmZd8bVkhFrrlf00v_qP-tZ6WblN1KRULU_FVho7xHjy5FHQ1keb80K8YwYf6vvtS4xw9Cowi1o8Y8MmJT21Dv7AHXCSToVAb-rLuA9J_2COwv9fwD4Tt_/s1600/Enzo_Jannacci.JPG" /></a><span style="font-size: large;">Eravamo nel ’93 o ’94 e per me era un’occasione
imperdibile: Enzo Jannacci apriva una scuola di cabaret a Milano ed erano
aperti i provini per reclutare i partecipanti <o:p></o:p></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-size: large;">Io la passione per il teatro l’ho sempre avuta e da una
decina d’anni la praticavo anche, avendo cominciato <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>con il gruppo “Questa nave” di Venezia con cui
feci appassionanti esperienze ed ebbi anche l’emozione di partecipare ad una
rassegna di teatro contemporaneo, il “<span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;">FESTIVAL DE OTOÑO“ </span>a Madrid, nel ’92 con lo spettacolo “Città d’acqua”
nel quale facevo la parte di Sancho Panza. </span><br />
<span style="font-size: large;">Teatro contemporaneo, cosiddetto di avanguardia, nel quale avevo già sperimentato la mia vena comica.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-size: large;">Insomma <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>quella era la mia occasione, anche perché il
cabaret… anche perché Milano… anche perché Jannacci…<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-size: large;">Avevo pronto un breve monologo che mi sembrava ideale per
quel provino e perciò, senza badare alle difficoltà organizzative di famiglia e
<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>lavoro, presi il treno e mi presentai in
una palestra dove si svolgevano le audizioni. Per prima cosa ci fecero togliere
le scarpe.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-size: large;">Nell’attesa, come sempre accade in queste circostanze,
familiarizzai con gli altri aspiranti: tutti ragazzi giovani (accidenti, irrimediabilmente più di me).<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-size: large;">Quando arrivò Jannacci con <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>un suo assistente, a turno ci esibimmo.
Ricordo una ragazza che portò un pezzo di Bisio “Quella vacca di nonna papera” ,
una che ironizzò sulle frustrazioni della sua vita di impiegata, un ragazzo
che presentò un <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>monologo molto divertente in cui un
drogato si lamentava perché aveva comprato il libro “Come
vincere la droga” e non ne aveva trovato dentro neanche un grammo.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-size: large;">Quando arrivò il mio turno, presentai il mio pezzo dal
titolo “Figli” nel quale ironizzavo su manie, comportamenti, aspettative,
delusioni e distorsioni dei rapporti genitori-prole.</span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-size: large;">L’emozione della prova: io al centro della palestra, sempre scalza, gli
altri ragazzi seduti per terra, Enzo su una sedia alla mia sinistra, con i
piedi coperti da grossi calzini bianchi di spugna, allungati sotto un banco di
quelli di scuola.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-size: large;">Quando finii il mio pezzo fece un bel sorriso che mi incoraggiò,
e ci fu anche la risata sonora del suo assistente.</span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-size: large;">Insomma, ci sperai davvero e per un bel po’ aspettai quella
telefonata che però non arrivò mai. <o:p></o:p></span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-size: large;">Seppi poi che la scuola non era <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>partita ma il locale sì, il Bolgia Umana,
dalle parti di Cordusio.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-size: large;">Ci andai qualche volta, in occasione dei miei viaggi a Milano in
visita alle mie sorelle. Un posto molto suggestivo, underground, con una prima
sala in cui si faceva jazz e una successiva dove c’era il cabaret. </span><br />
<br />
<strong>CIAO ENZO, HO RIMPIANTO QUELL'OCCASIONE MANCATA, MA </strong><br />
<strong>PORTERO' SEMPRE DENTRO DI ME, COME UN DONO PREZIOSO, QUEL TUO SORRISO...</strong><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<o:p> </o:p></div>
ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com30tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-25175493603197937502013-03-25T10:22:00.001-07:002013-06-01T09:51:19.372-07:00Arieccomi...<div style="clear: both; text-align: right;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhn2bwdOWnp9oJvmad0Pp-1WbwwrWf90yzXCluEGW1teere4DcmPJ7rTfnN9LXOIn1hDwH513cOv3dGqr7F4StcV3SuMmyojzJ6VHdmbagUlYHAP-f1ulPpO10jVV_vBZP7stooZCjCn6AD/s1600/Immagine+Nina+sul+Muretto.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; height: 453px; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; width: 196px;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhn2bwdOWnp9oJvmad0Pp-1WbwwrWf90yzXCluEGW1teere4DcmPJ7rTfnN9LXOIn1hDwH513cOv3dGqr7F4StcV3SuMmyojzJ6VHdmbagUlYHAP-f1ulPpO10jVV_vBZP7stooZCjCn6AD/s400/Immagine+Nina+sul+Muretto.png" unselectable="on" width="273" /></a><span style="font-size: large;"></span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
</div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: large;"><em></em></span><br />
<span style="font-size: large;"><em></em></span><br />
<span style="font-size: large;"><em></em></span><br />
<span style="font-size: large;"><em></em></span><br />
<span style="font-size: large;"><em>com o outono nos cabelos</em></span><br />
<span style="font-size: large;"><em>è vocé ainda</em></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: large;"><em>aquela menina, </em></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: large;"><em>que debruçava à janela </em></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: large;"><em>que queria saber...</em></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: large;"><em></em></span> </div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: #76a5af; font-size: x-large;"></span> </div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: #76a5af; font-size: x-large;"></span> </div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: black;"> <span style="font-size: large;">Con l'autunno nei capelli e sei ancora tu</span></span></div>
<span style="color: black; font-size: large;">quella bimba sul muretto che si sporge giù</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">Con la fronte aggrottata, preoccupata</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">che cos'era mai</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">era il futuro era la vita</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">è quello che non sai</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">O scontrosa o forse schiva</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">non sapevi se</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">ti trovavi al posto giusto</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">se toccava a te</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">Volevi esserci ma avevi paura</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">camminavi rasente ai muri</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">e la vita ti chiamava</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">la vita ti aspettava</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">Già truccata ragazzina</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">abbracciata al mare</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">con le mani nella sabbia</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">pronta a cominciare</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">Le tue scelte tutte fatte</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">a gran velocità</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">e l'esperienza che ti serve</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">solo a sbagliare ancora</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">Quante volte indifferente hai lasciato partire il treno</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">chi lo sa se peggio o meglio</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">forse era destino</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">Con le mani nella sabbia</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">con l'autunno nei capelli</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">e sei ancora tu</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">aggressiva, ancora viva</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">non sei stanca mai</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">Ci riprovi ancora adesso</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">scherzi, ridi a volte fingi ma non piangi mai.</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">Non ti aspetti più di tanto</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">dalla vita</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">ma vuoi giocare ancora</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">Ti va bene, ti va male</span><br />
<span style="color: black; font-size: large;">vada come va...</span><br />
<span style="color: black;"></span><br />
<span style="font-size: x-large;"><em><span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Sono riuscita finalmente a recuperare la vecchia fotografia alla quale faccio riferimento in questa canzoneinattesadimusica che era stato il mio primo saluto dal blog (credo passato quasi inosservato).<br />Così ho pensato di ripostarla, ora che la mia "perizia" informatica mi consente effetti speciali. <br />PS: se non si fosse capito, c'è anche la versione in portoghese, una lingua che mi piace molto...</span> </span></em></span><br />
<span style="color: black; font-size: x-large;"><em></em></span><br />
<em><span style="color: black;"></span></em><br />
<em><span style="color: black;"></span></em><br />
<em><span style="color: black;"></span></em><br />
<em><span style="color: black;"></span></em><br />
<em><span style="color: black;"></span></em><br />
<em><span style="color: #76a5af;"></span></em><br />ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com20tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-21384196466723597232013-02-22T13:21:00.001-08:002013-06-01T09:49:28.636-07:00ITALIANI "CONQUISTADORES"<span style="color: black; font-size: large;">Vi propongo un brano tratto dal libro di Antonino Martelli “Ninì, l’avventura di un uomo” (che è stato il primo prodotto della Nina-edizioni) il quale, dopo aver circolato nel ristretto giro di parenti e amici, è stato poi pubblicato per davvero a spese dell’Università della Terza Età di Bova Marina (e questa è stata per me la soddisfazione più grande…)</span><br />
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Due parole sull’autore: Antonino Martelli, Ninì (che da qualche anno ci ha lasciato) era mio cognato, ma non solo. Per noi familiari e per quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo, incarnava il mito dell’uomo risolto, libero, coraggioso e leale, con una forza d’animo tale da non esitare mai, dopo ogni insuccesso, a ricominciare da capo. </span><span style="font-size: large;">Riporto alcuni passi della presentazione che avevo scritto a suo tempo per il libro:</span></span><br />
<span style="color: black;"></span><br />
<span style="color: black;">
</span><span style="color: black;">
</span><span style="color: black;">
</span><span style="color: black;">
</span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-iW7AgR26F6v1QzXx66V6koFhDFWaWm_P8m871bawQ-bbQXYx_kbImOhe-iOqN7Kz1RQr3Jnwdw8xxJ99MoNZXo9L4yYkyYJa_ypB47Zf2-RiihXukQrEfLa-_WUa3jV7doRyK-kLBhl7/s1600/Nin%C3%AC+militare.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="color: black;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-iW7AgR26F6v1QzXx66V6koFhDFWaWm_P8m871bawQ-bbQXYx_kbImOhe-iOqN7Kz1RQr3Jnwdw8xxJ99MoNZXo9L4yYkyYJa_ypB47Zf2-RiihXukQrEfLa-_WUa3jV7doRyK-kLBhl7/s400/Nin%C3%AC+militare.png" width="282" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: black;">Ninì è quello a destra</span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="color: black;"></span><br />
<span style="color: black; font-size: large;"><em>“…Avventure e disavventure di un uomo nel periodo che va dalla seconda metà degli anni '30 all'immediato dopoguerra; l’epopea di un’umanità che lotta, combatte, si arrabatta, si inventa la vita giorno per giorno, tra speranze e delusioni, senza arrendersi mai. </em></span><br />
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;"><em>…Nello svolgersi della narrazione, Ninì ci cattura con i colori, i sapori e gli odori più svariati (come il profumo dei gelsomini) ci fa respirare l'atmosfera del mondo mitico della sua infanzia, ci appassiona con mille avventure </em></span><span style="font-size: large;"><em>legate al periodo della guerra, le esperienze di sommergibilista, la fuga sotto i bombardamenti, le peripezie di clandestino, i viaggi alla ricerca di fortuna, il suo non arrendersi mai…”</em></span></span><br />
<span style="color: black;"></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"><strong>Italiani conquistadores</strong></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: black; font-size: x-large;">(parte I: Infanzia e adolescenza)</span></div>
<span style="color: black; font-size: x-large;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Finita l’estate si rientrava a scuola. Io, durante le elementari, ebbi tre maestri. Nelle prime tre classi una maestra di nome Guida molto brava come insegnante e come persona. In quarta elementare un maestro “zitellone” di nome Musitano al quale ci permettevamo di fare qualche scherzo, ma che quando si arrabbiava non esitava a prenderci a sberle. In quarta Villivà, severo e manesco che non poche verghe ci ha rotto addosso. Era molto autoritario e lasciava poco spazio alle nostre monellerie.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Era soprattutto un fanatico fascista, affascinato dalla personalità di Mussolini e non perdeva occasione per lodare il Duce e il suo genio. Noi ragazzi, avendo scoperto questo suo debole, lo imbeccavamo chiedendogli ragguagli sulla vita di Mussolini e sulla rivoluzione fascista.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Al che di buon grado ci raccontava in dettaglio com’era avvenuta la marcia su Roma, come il Re avesse accolto il Duce ecc. ecc. Poi, infervorato, estendeva il suo dire agli altri “padri della Patria”, eroi e scienziati. E via con Guglielmo Marconi inventore della radio, del primo esperimento, del primo bip e del tipo che ascoltandolo doveva sparare un colpo di fucile; l’esperimento delle luci accese in Autralia con un segnale inviato dall’Italia... quante volte li ho sentiti! A volte, preso da questo entusiastico discorso, si lanciava a fantasticare sulle invenzioni dell’avvenire, che certamente a inventarle saremmo stati noi italiani... Ben presto avremmo avuto la televisione... Per darci l’idea di cosa fosse ci forniva questa immagine: “Pensate ad uno specchio nel quale ad un certo momento, girando un bottone come si fa con la radio, appare il Duce mentre parla a Roma, nello stesso istante che noi lo vediamo qui e in tutta Italia”. E noi ragazzi, un po’ increduli e un po’ stupiti, esclamavamo “Sarà certamente un italiano ad inventarla!” “Probabilmente, ma bisogna tener conto che in tutto il mondo fanno queste ricerche... ma i nostri scienziati sono i migliori e le probabilità sono a nostro favore...” Certo per il nostro maestro era più un augurio che una certezza, infatti poi è stata inventata da altri e molti anni dopo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Trascorso qualche tempo, l’attenzione della gente si concentrò su una eventuale guerra di conquista coloniale a fare dell’Italia un impero. I gerarchi fascisti erano entusiasti, pensando che poi loro si sarebbero sistemati in quelle terre ad arricchirsi, perché no. Così un bel giorno si passò dalle parole ai fatti: gli italiani partirono alla conquista dell’Etiopia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> In paese la gente era molto scontenta, dicevano che tutto quel denaro che si spendeva per fare questa guerra si poteva spenderlo qui da noi, creando lavoro nel nostro paese e tirandolo fuori dalla miseria. Idiozie. Noi, come gli inglesi e i francesi dovevamo diventare un paese con colonie, creare un potente impero, mettendoci alla pari degli altri. Così cominciarono a partire militari di leva e volontari. Quest’ultimi, per la maggior parte, più che mossi da sentimenti patriottici erano attratti da quel misero stipendio e dall’assegno che avrebbe permesso alle loro famiglie di sfamarsi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Questo nostro atto di guerra per la conquista dell’Etiopia fu disapprovato da gran parte delle nazioni europee che, per punirci, applicarono le sanzioni economiche e chiusero ogni tipo di commercio verso di noi (almeno ufficialmente). Ma noi reagimmo applicando l’autarchia. Si cominciò a fabbricare scarpe con suole di sughero, tessuti di estratto di latte che quando si bagnavano sprigionavano un odoraccio schifoso. Poi seguì la battaglia del grano: in ogni palmo di terra si seminava grano, comprese le ville comunali.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Eravamo impegnati in questa lotta, spinti dalla propaganda fascista che non mancava di farci vedere sui giornali il Duce impegnato a trebbiare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Fu in questa atmosfera da conquistadores che vidi partire anche mio padre, sebbene avesse quasi cinquant’anni. Il suo fine era, se avesse avuto la fortuna di ritornare, poter ottenere la licenza di macellaio. Ma io penso che c’era pure un po’ di amore per l’avventura.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Partirono fanatici e poveri (più poveri che fanatici). I ricchi, i gerarchi fascisti rimasero quasi tutti a casa e la guerra la seguivano alla radio nella casa del fascio dove avevano appeso una carta geografica dell’Etiopia e, con delle bandierine spillate sopra, segnavano l’avanzata delle nostre truppe gloriose, intonando l’Inno Nazionale e Faccetta nera. A noi ragazzi queste cose ci esaltavano!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Il mio amico Spartaco ed io, dopo aver ascoltato un’ennesima volta le gesta di ragazzi che la propaganda fascista ci propinava, decidemmo di non essere da meno di costoro che noi ritenevamo eroi. Ci dicemmo “E noi perché no?” </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Fu così che un tardo pomeriggio, dopo esserci riempiti le tasche di biscotti di grano, qualche fico secco e pochissime monete, tentammo la grande avventura. Obiettivo Messina. Dal porto di Messina salpavano le navi verso l’Africa, cariche di materiale bellico e di militari, e noi avremmo potuto imbarcarci clandestinamente e raggiungere i campi di battaglia, dove ci saremmo coperti di gloria e di medaglie al valore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Così al primo treno merci che si arrestò alla stazione, ci avvicinammo guardinghi e in uno degli ultimi vagoni, dove c’era l’abitacolo del controllore, visto che non c’era nessuno, salimmo rapidamente e ci chiudemmo dentro. Accomodandoci alla meno peggio sulla panca ci parve di avere ottenuto già la prima conquista.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Il treno si fermava a tutte le stazioni e tutto filò liscio fino a Condofuri. Lì la sosta si fece lunga dato che la locomotiva si riforniva di acqua e i controllori avevano tutto il tempo per verificare il treno. Fu così che venne aperto lo sportello del nostro nascondiglio e quale non fu lo stupore dell’impiegato, vedendoci. Rimase qualche istante perplesso, poi sbottò “Ma che cavolo ci fate voi due qui?!”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Rispose Spartaco e francamente mi stupii sentendolo piagnucolare, dicendo che suo papà (non il mio) si trovava a Reggio in attesa di partire per l’Africa per la conquista dell’Abissinia e che voleva vederlo ancora una volta prima che si imbarcasse.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> “Bene” rispose il controllore, senza commuoversi affatto per la pateticità del racconto, “a me non me ne frega niente della tua storia. Questo è un treno mercantile e non passeggeri e per giunta non avete neanche il biglietto. Perciò rimanete a terra e non tentate di risalire, altrimenti alla prossima fermata vi consegnerò ai carabinieri”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Partimmo mogi mogi verso la sala d’aspetto dove rimanemmo al riparo ed approfittammo per sgranocchiarci i biscotti con qualche fico secco. Non mancarono le imprecazioni contro quell’energumeno di impiegato che ci aveva anche minacciati.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Poi decidemmo che non era questo piccolo intoppo che poteva distrarci dai nostri grandi propositi di conquistatori e ripartimmo con la fantasia sentendoci protagonisti di una grande e meravigliosa avventura. D’un tratto sentimmo un treno arrestarsi e in modo molto guardingo ci avvicinammo alla porta di un vagone, l’aprimmo e ci infilammo dentro nascondendoci, e per fortuna non fummo scoperti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Giunti alla stazione di Reggio ci avviammo verso l’uscita in mezzo agli altri passeggeri. Una volta fuori, nella piazza Garibaldi, ammirammo la statua del grand’uomo e sperammo di poter emulare le sue gesta. Traversammo la piazza e percorremmo il Corso, ammirando la villa, i palazzi, le vetrine, tutte cose nuove per noi che mai avremmo immaginato che una città fosse così grande. La vetrina di una pasticceria attirò la nostra attenzione. In un baleno entrammo e tirando fuori quel poco di monete che avevamo in tasca, li investimmo in paste alla crema che divorammo in un istante.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Quello fu un momento di debolezza, ma ritornammo subito alla realtà, quella realtà che ci attendeva: la conquista di terre lontane, civilizzare i negri, fare dell’Italia un impero con a capo il Duce... Nella nostra fantastica immaginazione ci vedevamo al rientro in Patria, al paese, con il petto carico di medaglie al valore, guardati con ammirata invidia dai nostri compaesani.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Non rimaneva che presentarci dal Segretario Federale ed esporre il nostro desiderio di raggiungere l’Africa al più presto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Giunti alla federazione, bisognava stabilire per le scale un qualche piano per farci ricevere dal Federale. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco e infatti, dopo esser saliti al piano superiore, una guardia ci venne incontro con l’aria un po’ stupita e ci chiese cosa facessimo lì. Risposta di Spartaco: “Vogliamo andare a combattere in Etiopia a fianco dei nostri soldati” al che la guardia non riuscì a frenare una gran risata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Alla fine, ripresosi, con calma e beffardo dice “ Ma allora siamo a posto, le nostre armate possono rientrare, una volta che arrivate voi due laggiù gli abissini si arrenderanno in massa, prostrandosi ai vostri piedi!” E di nuovo a ridere... </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> A tanto insulto Spartaco si rivolse a me “Andiamo. A questo glie la farò pagare cara, io so a chi rivolgermi”. Ritornammo in città ma lui non mi disse a chi si sarebbe rivolto per fargliela pagare a quel bestione che ci aveva derisi perché non aveva capito di trovarsi in presenza di due futuri eroi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Lungo il Corso incontrammo due paesani e molto sfacciatamente chiedemmo loro dei soldi in prestito. Ci diedero cinque lire. Quei soldi potevano servirci per pagare il traghetto e passare a Messina dove sarebbe stato più facile trovare un imbarco per l’Africa, ma l’appetito ci attanagliava lo stomaco, così entrammo in una bottega dove comprammo alcuni panini imbottiti. Ci rifocillammo e la traversata dello stretto la rinviammo a dopo. </span><br />
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Passando davanti ad un negozio di ferramenta, Spartaco entrò dicendomi di attenderlo, e poi uscì tenendo intorno al braccio un rotolo di fil di ferro. Gli chiesi a cosa gli servisse e mi rispose che lui era bravo a costruire gabbie e che in Africa ci sarebbero stati uccelletti rari, ed ecco l’utilità delle gabbie. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Ma l’Africa la vedevamo sempre più lontana, i soldi erano finiti, la traversata dello stretto una pura illusione. Errammo ancora un po’ per la città, verso mezzanotte vedemmo un caffè aperto con alcuni tavolini e sedie all’esterno. Ci sedemmo a un tavolo per riposarci e subito un anziano cameriere venne a chiederci cosa desiderassimo. Rispose Spartaco un po’ piagnucolando “Potete prestarci una coperta?” il cameriere rimase un istante inebetito, poi ci rifece la domanda. La risposta fu identica e lui di rimando disse “Ma questo è un bar, non un negozio di tessuti” Poi, rimasto qualche istante pensieroso, ci disse con atteggiamento amichevole di attendere la chiusura del bar.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Alla chiusura del locale infatti ci venne incontro e con fare paterno ci chiese come mai ci trovassimo in quella circostanza. Io allora gli raccontai della partenza di mio padre per l’Africa e che desideravo incontrarlo prima che si imbarcasse, ma senza confessare il vero progetto. Egli si commosse e ci invitò ad andare a casa sua ché ci avrebbe ospitato per quella notte. A casa sua, trovammo due ragazzi pressappoco della nostra età ai quali ci presentò. Dai loro discorsi intuimmo che la madre era separata dal marito e che lui sperava in un suo ravvedimento. Si notava che era un uomo infelice ma dotato di molta speranza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Prepararono in tavola un po’ di broccoli freddi, che certamente erano rimasti da mezzogiorno, un poco di salsiccia cotta, pane e qualche frutta. Un po’ rifocillati, ci condussero in una stanzetta con due lettini che sicuramente erano quelli dei due ragazzi i quali per l’occasione dormirono con il padre.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Al mattino seguente il padrone di casa ci preparò un po’ di caffelatte con del pane e con fare paterno quell’uomo gentile ci raccomandò di rientrare a casa dove certamente i nostri genitori sarebbero stati in ansia. Con mille ringraziamenti a lui e ai suoi figli ci separammo e ricominciammo a girovagare per la città, ormai decisi a rientrare a casa senza medaglie e senza gloria, Spartaco con il suo fil di ferro per riprendere la costruzione delle gabbie per uccelletti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Pensammo di rivolgerci alla Questura per farci rimpatriare ma una guardia un po’ annoiata ci disse di ritornare più tardi perché al momento il capo era assente. Riprendemmo a gironzolare e come sempre succede nelle imprese mal riuscite, una volta finito l’entusiasmo, anche l’amicizia un po’ si incrinò e ognuno di noi in cuor suo pensava che fosse colpa dell’altro se tutto si era concluso con uno scacco.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> In ogni modo alla fine decidemmo di rientrare a casa a piedi. Non era cosa da poco papparci in tal modo sessanta chilometri, ma non vedevamo altra soluzione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Così partimmo alla volta di Brancaleone camminando ad andatura sostenuta. Poi cominciammo a correre. Dopo un po’ di tempo mi venne un forte dolore alla milza e fui costretto a fermarmi pregando il mio compagno di attendermi. Lui non volle ascoltarmi e continuò a correre. Lo vidi allontanarsi e poi lo persi di vista. Calmatosi il dolore ripresi a correre con la speranza di raggiungerlo, ma niente. Così, un po’ al passo e un po’ correndo, giunsi a Melito Porto Salvo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Fortuna volle che, traversando la città mi imbattei in un mio cugino al quale raccontai di mio padre ma nascosi il vero motivo della mia andata a Reggio, perché la verità mi avrebbe fatto apparire ridicolo. Lui probabilmente si commosse un poco e mi portò a casa sua. La moglie, sentendo di mio padre imbarcato per l’Africa, si rattristò moltissimo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Prepararono la cena ma io mangiai pochissimo sia per la stanchezza sia per l’ansia che avevo di tornare a casa. Ad ogni costo volevano che mi riposassi un po’, ma io insistetti minacciando di ripartire a piedi. A questo punto mio cugino si dispose ad accompagnarmi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Questo mi calmò alquanto anche perché fra l’altro, avevo la preoccupazione che Spartaco arrivasse prima di me, e sicuramente mia madre si sarebbe spaventata ancor di più non vedendomi. Arrivare alla stazione fu un martirio, avevo le gambe irrigidite e doloranti, ma con grande sforzo vi giunsi e mio cugino mi comprò il biglietto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Quando arrivai al mio paese, scendendo dal treno, vidi mia madre all’ingresso della stazione attorniata da alcuni ragazzi i quali probabilmente da alcuni giorni formavano questo capannello all’arrivo dei treni provenienti da Reggio per godersi la scena del mio rientro e potermi in seguito sfottere... Ma mia madre mi venne incontro e mi abbracciò senza dire una parola.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Da quel carosello di curiosi che mi aspettava per sfottermi, partì un applauso, alcuni sghignazzavano e se la ridevano tra di loro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Queste cose mi lasciarono indifferente, ero refrattario a tutto e non vedevo l’ora di andare a casa e mettermi a letto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"> Dormii quasi ventiquattrore e le gesta di eroismo della guerra d’Africa non le sognai neppure. Spartaco arrivò il giorno dopo accompagnato dalla questura. Inutile dire che evitammo per qualche tempo di incontrarci, probabilmente per evitare di parlare di qualcosa in cui eravamo falliti tutt'e due.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"></span><br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: x-large;"></span><br /></div>
<br />ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com28tag:blogger.com,1999:blog-6829625831774065794.post-90070064579577758072013-02-05T08:46:00.001-08:002013-02-05T08:47:12.277-08:00SAMIZDAT'<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><o:p>
</o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Molti
anni fa lessi “Mosca sulla Vodka” di Venedikt Vasilevic Erofeev (titolo
originale Moskva-Petuški) un romanzo che prima di essere pubblicato circolò in
dattiloscritto nei circuiti non ufficiali della cultura moscovita, raggiungendo
ben presto una grande popolarità. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Non
ricordo molto di quel romanzo, se non che il protagonista viaggiava su un treno
locale intorno a Mosca e irrideva sarcastico e dolente alla società sovietica,
al ritmo di incontri occasionali e solenni bevute.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"></span><br />
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<span style="font-size: large;"></span><span style="font-size: large;"></span><span style="font-size: large;">Ciò
che mi affascinò fu che quel romanzo era nato come<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>“samizdat”, che <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in russo
significa "edito in proprio", un fenomeno spontaneo che esplose in Unione Sovietica tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta. In pratica consisteva nella
diffusione clandestina di scritti illegali
perché censurati
dal regime sovietico. Il meccanismo era semplice: l'autore scriveva il testo
facendo alcune copie con la carta carbone, poi le distribuiva agli amici;
se questi lo trovavano interessante lo distribuivano a loro volta…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Un
esempio simile che mi è caro è l’esordio poetico di Ferruccio Brugnaro che
ciclostilava le proprie poesie e le affiggeva nelle bacheche delle fabbriche di
Porto Marghera dove lavorava come operaio. I suoi scritti erano palpitanti di
lotta e di impegno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZUkTTtvOhUclQWJjTAqr7oe0yFnSkRWCHKjhBeZglrS1__81x9oKSI4kt5cHSMF7xy4VrTaFMRuAmIcgc0a7XwNXZPP8PrD-RebMdVGrC3ravF81fi706xVSVklT0op3qaJVL8M7bDHn7/s1600/Foto+di+nine+587.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZUkTTtvOhUclQWJjTAqr7oe0yFnSkRWCHKjhBeZglrS1__81x9oKSI4kt5cHSMF7xy4VrTaFMRuAmIcgc0a7XwNXZPP8PrD-RebMdVGrC3ravF81fi706xVSVklT0op3qaJVL8M7bDHn7/s320/Foto+di+nine+587.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><em> pubblicazioni Nina edizioni</em></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: large;">Io
che sono portata a dissacrare il dissacrabile, non mi faccio scrupolo di
immettermi in questa scia di autorevoli autoprodotti, e rispondendo semplicemente
al mio gusto per la scrittura, per la lettura e soprattutto per il gioco,
faccio anch’io da me: poesie, racconti, piccoli testi teatrali (miei e di amici
e familiari) li stampo col computer in formato opuscolo, con tanto di indice, numerazione
di pagine, copertina colorata, presentazione e logo della... <em>Nina edizioni</em>. </span><br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkeCr7alRkhC9TWnseJn88DuHn9IIbGDVi_RAlRCye5nvki-ET1yb7wAfx9Tnsbxjc8moseoMCuXYv0CW-k9fNvZ6s54yfY6QfdunXpQMvXCev__DWlcPm6xNSCEMj2MycdioU5Hfh7m8G/s1600/Foto+di+nine+588.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: large;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkeCr7alRkhC9TWnseJn88DuHn9IIbGDVi_RAlRCye5nvki-ET1yb7wAfx9Tnsbxjc8moseoMCuXYv0CW-k9fNvZ6s54yfY6QfdunXpQMvXCev__DWlcPm6xNSCEMj2MycdioU5Hfh7m8G/s320/Foto+di+nine+588.JPG" width="320" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: large;"></span><br /></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: large;">Poi li distribuisco a
tutti coloro che hanno la bontà di dedicarmi un po’ del proprio tempo per
leggerli…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
</div>
<br />
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ninahttp://www.blogger.com/profile/02561804076849432791noreply@blogger.com39