Quando non penso a voi con le parole
ma solo col pensiero primordiale
sempre nella mia testa c'è animale
la vostra presenza accanto a me
Figli oramai cresciuti
lontani allontanati
voi abitate
mondi a me sconociuti
...e il sole del mattino non fa sconti
a illuminar tramonti!
Qui la vita si allenta
si perde la fatica
e col pilota automatico innescato
arranco nelle mie giornate
inseguendo ragioni
ascoltando canzoni
Al crocevia dei rancori
impavida gestisco
in equilibrio tremulo
speranza e malumori
Sul bordo al limitare
le intirizzite piume sto a spulciare
Quando va male aspetto
sospendo le intenzioni
abbasso le emozioni
sto acquattata
ha da passà a nuttata.
martedì 25 agosto 2009
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RispondiEliminaNiente è più "nostro" di un figlio,ma niente ci appartiene di meno!
Ciao,Nina, e buona vita!
Come sempre hai colto l'essenza di ciò che volevo dire:hai ragione, con i figli è proprio così, ed è anche un bene. In fondo ognuno deve misurarsi con la propria vita.
RispondiEliminaUn abbraccio e a ritrovarci presto
Un figlio...quanto ci sarebbe da dire...!
RispondiEliminaciao Stella!
RispondiEliminabenvenuta da queste parti
Nina