lunedì 14 marzo 2011

IMPRINTING

Nella mia vita la Costante n. 1 (quella delle Occasioni Mancate) si ritrova spesso intrecciata con la Costante n. 2 che si può riassumere in “Ma perché non mi dite mai a che gioco giochiamo?” comparsa nella mia esistenza, e incardinatasi  stabilmente, molto probabilmente a partire dall'episodio del Piano (C).
…Era successo durante una missione esplorativa della nostra squadra di ragazzine del rione Tripepi capitanata dalle mie sorelle più grandi. Battevamo il territorio nelle vicinanze di casa. Mi pare fosse dalle parti del mulino che qualcuno trovò una vecchia moneta fuori corso del periodo fascista. Era una moneta da una lira con il profilo di Mussolini da una parte e un’aquila dall’altra. Aveva l’aspetto delle 100 lire: una vera fortuna.
Il consiglio di guerra decise che avremmo provato a spacciarla nella bottega di Ursulina, un’ignorantona che sapeva appena appena leggere e scrivere (per esempio una volta che doveva segnare sulla libretta un acquisto fatto a credito, invece di scrivere il nome di mia sorella Francesca scrisse “Lazza Frasca” . Questa cosa scatenò una feroce ironia da parte di tutta la famiglia, e anche noi piccole ci sentivamo autorizzate a dileggiare la detestata Ursula). La quale del resto era veramente odiosa e a noi bambine non ci poteva vedere. Anche a mia mamma non andava a genio perché si dava tante arie, dato che se la passava molto meglio di noi. Raccontava di una volta che si trovava nella sala d’attesa del dottore, tanta gente ognuno aspettando il proprio turno, quando arrivò Ursula. Piena di boria, "panza avanti" e senza salutare nessuno, entrò dritta dritta nell’ambulatorio del medico.
Tanti buoni motivi, dunque, per centrare il bersaglio. Sì, ma chi ci va? Tutte la temevano, perché era capace anche di menare le mani e chissà che altro.
“Mandiamoci Nina” che ero io, la più piccola e insospettabile. Quella che se Ursula si fosse accorta dell’inganno, poteva ancora passare come un’altra vittima innocente dei falsari.
Dunque, addestrata per la bisogna, entro nella bottega che era vuota e, garbatamente chiamo:
- Donna Ursulina?...
La vecchia abitava là stesso e quindi affacciava ogni tanto, ma in genere stava nel retro a fare le sue faccende.
Dopo un pezzo arriva e, indifferente alla mia grazia infantile, chiede brusca:
- Chi voi?
- Menzu chilu ‘ i zzuccheru…
e appoggiai la moneta sul bancone, girata dalla parte che c’era la testa di Mussolini. Lei con quei suoi piccoli occhietti diffidenti la prese in mano. La guardò la guardò la guardò. Era evidente che si era accorta che non era buona. Lei, una bottegaia, e per di più malfidata e maldisposta. Mentre pensavo al piano (A): discolparmi giurando e spergiurando sulla mia buona fede, stavo là con il fiato sospeso, un occhio a Ursula e uno alla porta, pronta a battere in ritirata: piano (B).
Dopo un tempo che mi sembrò eterno, Ursula, che non aveva mai rigirato la moneta dalla parte dell’aquila, pur non del tutto rasserenata (o era la mia immaginazione?) aprì il cassetto dove teneva i soldi e la fece cadere là in mezzo. Poi appoggiò sulla bilancia uno di quei fogli di carta dei bottegai, gialli e porosi e sopra ancora un altro foglio più piccolo di carta oleata (uno dei suoi trucchi per guadagnarci sul peso) e con la grossa sessola luccicante cominciò a versare lo zucchero. Una stupenda montagnola friabile bianca entusiasmante.
Io ero paralizzata, il cervello che girava a vuoto e non riuscivo a comprendere cosa stesse succedendo.
Avanti.
Ursula ha pesato, appoggia tutto sul banco e comincia a confezionare il pacchetto (Io andavo matta per quel rapido movimento di mani che partiva dalla base, ai due lati dell’involucro e con un abile gioco di pollice da una parte e indice e medio dall’altro, saliva su su veloce, facendo tante piccole pieghette fino a chiudere il tutto in quella tipica forma triangolare di quando si vendevano i prodotti sfusi).
Come dicevo, non ero preparata… Io avevo due piani:
(A) Se ne accorge e io professo innocenza
(B) Si arrabbia di brutto non credendomi e io scappo…
Ma tutto questo zucchero e tutto quel resto non erano previsti! La mia centralina si era inceppata e non mandava più istruzioni.
Non sapevo che fare e dev’essere stato perché ero a bocca aperta che la scemenza trovò la strada libera. Infatti, senza capire cosa stava succedendo e perché, sentii la mia propria piagnucolosa voce che diceva (roba da non crederci!) “Eranu farsi”.
E-ra-no-fal-si!! EH?!! Ma come? La vecchia taccagna aveva abboccato… aveva mescolato la moneta falsa in mezzo a quelle buone, e chi avrebbe più potuto incolparmi?... Mi aveva pesato mezzo chilo di zucchero… Mi aveva anche messo a disposizione un piccolo tesoro…E io?! Io rinunciavo a tutto e per giunta autodenunciandomi?! Ma perché?!
Per onestà? Per non fare peccato mortale? Per paura dell’inferno? Non so dirlo ora ma credo per niente di tutto questo: il fatto è che io ho bisogno di istruzioni precise. Se mi avessero preparata per il paradosso di una bottegaia che si fa abbindolare nel suo da una mocciosa, avrei sicuramente portato a termine l’impresa. Sarei tornata con mezzo chilo di zucchero e un sacco di soldi veri e forse la mia vita avrebbe preso un’altra piega: per anni e anni pensai con rammarico a tutta la cioccolata che avrei potuto comprare!
Naturalmente Ursula, messa alla berlina da una bambina di cinque anni, andò su tutte le furie e sbraitò e ingiuriò e deprecò la cattiva educazione ecc. ecc. Fuggii e mi misi in salvo ma il gruppo dei mandanti fu ancora più spietato:
Ma sei scema?! Quanto sei cretina! Ma vattene!!
Ma come? Anziché congratularsi con me per lo scherzo riuscito (se era uno scherzo non si doveva fare per davvero, no?) si imbufalirono come bisce per i danni che avevo provocato: la perdita del giusto bottino e le immancabili ritorsioni di Ursula.
Non ricordo che mi abbiano picchiato ma mi sentivo come quando si dice: dalle stelle alle stalle.

17 commenti:

  1. Grazie per aver condiviso questi ricordi.Ti auguro un buon inizio di settimana;saluti a presto

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  2. Non c'è di che, Cavaliere. Grazie a te della visita: sei sempre il benvenuto!
    Nina

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  3. Un quadro preciso,dettagliato,di una situazione tanto vera da sembrare surreale:si intuisce quasi l'odore della botteguccia,il rumore della carta paglia e la tua voce...piagnucolosa.Ma che colpa avevi?in tante situazioni mancavano ..le istruzioni per l'uso.Ciao Nina e grazie per questi flasch della memoria

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  4. Fantastica storia, sembra la scena di un film in bianco e nero di Monicelli... vedevo anche il titolo "la bottega della strega"... Doveva essere proprio tremenda quella per arrabbiarsi con una bambina ladra-onesta, a cui le mandanti non avevano nemmeno fornito le istruzioni sul piano C... ahahahahah
    Bellissima, eri bellissima.
    Un bacione

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  5. ciao Chicchina
    grazie per aver riletto il racconto e per il tuo commento, come sempre amico.
    Un grosso abbraccio

    p.s. ho una bellissima foto da mandarti per il tuo blog del libero scambio che ti manderò appena riesco
    Nina

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  6. Cara Francy
    che piacere il tuo commento! Vorrei dirti che l'idea del film non mi dispiace affatto.
    Con alcuni amici appassionati ho sperimentato l'avventura del cortometraggio: ne abbiamo realizzati diversi, partecipando anche alla rassegna Film Venice meeting. (Spero di riuscire a metterne in rete qualcosa; su my space c'è un videoclip che ho realizzato io qualche estate fa a Bova Marina: secondo me carino anche se la qualità è a livello amatoriale: se interessa posso dare l'indirizzo).
    Promessa: nel caso in cui... userò il titolo da te proposto!
    Intanto un caro saluto e un abbraccio Nina

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  7. Ciao,Nina,aspetto la fotografia promessa,faremo un post di solo belle foto di epoca.Intanto che scrivi manda anche a me,se ti fa piacere,l'indirizzo per cercare su myspace la clip.Buon fine settimana.Io avrò per una settimana Figlio e nuora,che bello!!

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  8. Du menzu kilu ri zuccaru mi ha fatto ricordare tante cose della mia infanzia, indelebili indimenticabili..
    " tale.. v' accatta na za'Tanina vinti liri di truccu.. Di chi?..Di truccu: tu dicci accussi."...
    Grazie Nina.

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  9. caro UIFPW08 (acciderba!)
    il bello di evocare i ricordi è proprio questo echeggiare in chi legge o ascolta di altri ricordi che ad essi si agganciano, con colori sfumature e accenti diversi.
    Questo intreccio mi piace e vorrei saperne di più del tuo "truccu" e della za' Tanina
    un abbraccio
    Nina

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  10. Avrò modo di raccontartene i colori migliori di una vita piena di sorrisi.
    Ricambio l'abbraccio
    Maurizio

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  11. Molto bello questo racconto,sei stata brava a fregare Ursula, ma la Tua onestà Ti ha portato ad autodenunciarti. Non credo se ben istruita Ti saresti comportata diversamente. L'onestà è una grande virtù , sicuramente non Ti permette di arricchirti, ma la notte dormi bene e senza incubi.

    Mi hai ricordato il pacchettino che veniva fatto dal negoziante che vendeva prodotti sfusi... Un vero capolavoro, invidiatissimo anche dal sottoscritto.
    Bei tempi Nina, bei tempi. Un abbraccio.

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  12. Caro Adamus è vero, l'onestà non ha prezzo! E infatti di solito faccio bei sogni, però tutta la cioccolata che avrei potuto mangiare!
    un abbraccio anche a te
    Nina

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  13. Ciao Maurizio
    ti leggerò con piacere. A presto poeta!

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  14. NINA CIAOOO
    Ma che bel racconto , mi ha fatto sorridere .
    Credo sia normale ciò che provi nel revocarlo , sono emozioni e pensieri che vengono a galla in ogni momento di svolta, ogni volta che finisce un ciclo della vita in cui ci si ritrova a fare un bilancio di ciò che è stato la nostra vita , in positivo e in negativo ma credo che basti anche un solo ricordo anche sfocato, una sensazione, e piu importante il significato che esso
    Ma vedrai quanti bei ricordi verranno ancora .
    E li ricorderai come i più belli della tua vita , che disegneranno in te un sorriso di gioia . Conndividili con noi che ti seguiamo con affetto
    UN BACIO LINA

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  15. Ciao NIna,
    certo che mi interessa vedere il Tuo cortometraggio... inviami il link, sarà un vero piacere per me guardarlo.
    Sei talmente brava a raccontare che di sicuro lo sei anche dietro una video camera.
    Un bacione

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  16. cara Francy, (rispondo anche Chicchina che me l'aveva chiesto): su You Tube al momento si trova un mio piccolo cortometraggio al seguente indirizzo:
    http://www.youtube.com/vatch?v=L6Ho-RtUuk
    Si intitola "Vengo anch'io": è un "divertissement" senza pretese che nelle intenzioni vuole offrire solo qualche suggestione poetica.
    baci e a presto
    Nina

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  17. Nina Ciao.
    Certo che anche tu quando scrivi hai una fervida fantasia .
    Capisco che quello che racconti ti è successo x davvero .
    Rievocare certi episodi tutto può essere utile, sia per imparare dal passato sia per cercare di non ripetere gli stessi errori( anche se di errore non ne vedo in quello che racconti )
    Non bisogna dimenticare nulla, perchè (negative o positive) le esperienze fatte sono sempre parte di noi.Anche quello che di male ci è capitato, ha fatto sì che cambiassimo in meglio.
    CIAO BUON POMERIGGIO LINA

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