sabato 12 novembre 2011

ciao Pino

Tanti voti mi veni mi pensu
aundi finiru certi cosi antichi
e si è veru chi a materia resta tutta
e si puru si cangia di natura
nenti sparisci (cusì  si ssicura)
volissi iri andarretu pe m’i trovu
cu sapi aundi trovanu cunsolu

Dda puma russa 'i vitru trasparenti
ppoiata 'i latu supra a Vigorelli
a rradiu chi pariva nu casciuni
chi davanti ndaviva du buttuni
(quand’era picciridda mi cridiva
chi d’arretu  ccucciatu unu parrava)

U stipu vecchiu, cu na tenda a chjuri
e i giornaletti tutti ncatastati
chi leggiva a mucciuni di me matri
L’artarinu di maggio
U palluni d’a mostra
A bambula settata menz’o lettu
Na mazza di riganu odorusa
fora da porta mpenduta pe’ rispettu

E arretu ‘e cosi veninu paroli
ricordi di quand’eramu figghjoli
U battezzu d’e bambuli,
U rosoliu
“Tegnu apertu l’umbrellu a malaguriu…”
“Sséttati supra domani matina
e tirancillu u coddu (da gaddina)
cusì ti faci l’ovu cu ddu russi”
e po’…“Dissi to mamma mi ti curchi”

Ma arretu d’e paroli poi chi veni?
veni Tripepi cu a so strata dritta
e a ferrovia chi cumbogghjava u mari
veni nu sonu:  fisarmonica a festa
e me frati Pinu chi sonandu camina
mmenz’e loiari assiemi a tant’amici
vestutu di sordatu di marina.

mercoledì 9 novembre 2011

BERSAGLIO MOBILE

Considerazioni tragicomiche sul “piè veloce Achille” che non raggiungerà mai la lenta tartaruga
Faccio parte della categoria dei lavoratori “quattro stagioni”, quelli che nel nostro Paese vanno bene in ogni periodo di crisi (cioè sempre) per essere utilizzati come punching ball dai sedicenti Riformatori / Censori / Mancati Premi Nobel ecc.
Prima di tutto in quanto dipendente pubblico (lavoro come funzionario amministrativo in una ULSS del Veneto).
Ebbene sì, appartengo alla categoria professionale che, passando per alterne vicende, ha conseguito a pieno titolo la qualifica di Fannullone Professionale.
Da quando il Ministrino ha lanciato la moda di darci addosso, affibbiandoci epiteti offensivi e la responsabilità di tutti i mali della galassia, siamo stati inquadrati come Capri Espiatori.
Avete per caso sentito (mentre il reuccio del tornello impazzava) voci autorevoli che si siano levate contro la valanga di fango e offese? Le menti eminenti del circo mediatico hanno forse colto la dissonanza di tali sparate nel mucchio con l’istanza critica del pensiero che non accetta le generalizzazioni?
Non mi risulta: dai giornali ai pollai televisivi mi pare che quasi tutti abbiano preso per buono l’assunto…
Ora comunque sto per conseguire un’ulteriore specializzazione: Dipendente pubblico, Donna non più giovanissima, Aspirante pensionata. Ovvero: come riuscire ad essere sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato!
Modestamente è il mio cavallo di battaglia: io le possibilità e le occasioni, nella vita lavorativa, le ho schivate tutte per un pelo!
Ho sempre azzeccato la direzione sbagliata e sono sempre arrivata o troppo presto o troppo tardi.
Una lunga gavetta mi ha aiutato: fin da bambina, quando partecipavo alle riffe, immancabilmente usciva sempre il numero prima o il numero dopo del mio.
Oggi poi (ça va sans dir) potrei fare bingo perché, sebbene abbia sempre lavorato, non inseguendo favori né onori, ma con impegno e (credetemi sulla fiducia) con capacità, ora vorrei proprio andare in pensione!
E che succede? Il momento è critico, siamo sul ciglio del baratro: Argentina… Grecia… Peste Bubbonica ! Quindi non è rimasto quasi niente (si sono mangiati quasi tutto) dobbiamo capire, fare sacrifici, tirare la cinghia, tirare il collo…
Mi pregio sottoporre alla Vostra attenzione la breve cronistoria del mio ad oggi infruttuoso inseguimento dell'obiettivo:
- quindici anni fa mi mancava un anno per andare in pensione;
- da una legge all’altra, da una finanziaria all’altra, da un decreto all’altro, la meta si è inesorabilmente spostata ogni volta un po’ più in là.
Ne consegue che la sottoscritta è stata ed è tutt’ora sottoposta ad un supplizio di Tantalo: sempre con l’acquolina in bocca e il boccone che se lo pappano gli altri.
Avendo mancato per un soffio la baby pensione, e sempre più posseduta da quell’”oscuro oggetto del desiderio”, ho nel frattempo compiuto ulteriori passi falsi che mi incoroneranno - lo sento - reginetta dei cornuti e mazziati.
Infatti ho avuto proprio di recente la bella idea di riscattare gli anni di università.
Mi pareva la furbata dell’anno: il prezzo era caro e amaro ma, “Se anche alzeranno l’età pensionabile, nessuno toccherà i miei bei quarant’anni di servizio!” (da: Le ultime parole famose).
Non vorrei sfidare l’infallibilità della sfiga esprimendo a parole la paura che mi prende ultimamente quando sento parlare di “eliminare le pensioni di anzianità”.
Ieri sera, mentre cercavo di trovar altrove requie e svago, ho sentito per televisione (non la guardo più a scopo cautelativo) il “più alla moda” che voleva collocare  il traguardo a 69 anni!
Concludendo: non vedo l’ora che la Banda Bassotti tolga il disturbo ma, una volta mandati a casa i compari di oggi, da che parte si gireranno i nuovi per dimostrare capacità e rigore, impegno e responsabilità? Da chi busseranno?
Elementare Watson!

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