Io e le mie sorelle ci sentivamo delle stelle anzi delle STAR. Giocavamo al “Musichiere”, facendo le concorrenti, le cantanti o Mario Riva, ci preparavamo alla danza classica, trascinate dall’ambizione di Jole che ci faceva stare ore e ore attaccate alla sbarra, cioè alla testiera del letto dalla parte dei piedi. Ci ammaestrava con improbabili esercizi di "danza classica" da lei inventati e io e Serena la seguivamo docili, riconoscendole una indiscussa autorità. Mica bau bau micio micio: lei aveva tanto di tenuta da ballo con gonnellina di pizzo nero a ruota (non era un tutù ma dava l’idea) e scarpette bianche di raso con i legacci incrociati che si era cucita da sola.
Non solo danza e musica, io passavo ore davanti allo specchio a improvvisare arringhe alla Perry Mason, denotando già allora quella vena istrionica che mi avrebbe portato un giorno a calcare le scene dei più grandi … hem …teatrini.
Il vero mito però era il circo: ginnastica acrobatica spettacolare!
Di quando in quando in paese arrivava il Circo Gulino, una compagnia di “sgarrupati” di quindicesima categoria provenienti dalla Sicilia, e a Bova era un avvenimento. Quando se ne andavano, per più di un mese in paese circolavano ancora le battute dei pagliacci:
“Le signorine di Bova /si metton le gonne corte /per far vedere a tutti /le loro gambe storte…”
A volte diventavano modi di dire tipo: “E piangi bimbo? Dovevi piangere prima!” molto alla moda tra noi ragazzini.
Tra un numero e l’altro, le trapeziste cantavano le canzoni in voga: “Nessuno” e “Tintarella di luna” di Mina, “Romantica” di Renato Rascel… C’erano due bambine piccole col costumino pieno di paillettes che facevano le capriole (come le invidiavo!); un ragazzino dodicenne con l’occhio da malandrino di cui mi innamorai seduta stante, che camminava sulla fune e cantava “Ciao ciao bambina” (Oh, mi pareva proprio che guardasse dalla mia parte!)
Tra noi bambine una delle sfide più qualificanti era quella del “trapezio”. A mare, tra le capanne di frasche fatte per l’estate, ce n’era una con un paletto che sporgeva in orizzontale a circa un metro da terra e noi, agganciandoci con le gambe piegate e buttandoci all’indietro a testa in giù, ci dondolavamo ricreando il circo in una gara di coraggio e resistenza. A turno ci esibivamo e quando toccò a me volli superare tutti cercando di sostenermi con le sole punte dei piedi… Funzionò! …Ma solo per un attimo, Poi persi la presa e mi piantai di testa sulla sabbia. Devo essermi accorciata di cinque centimetri. Mi ricordo la delusione e lo smacco.
Il dolore passava in fretta senza lacrime e soprattutto senza dirlo a mia mamma che se mai ci avrebbe aggiunto qualcosina di suo. Quindi acqua in bocca e aspettare che passi. Come quella volta che con mia sorella Serena ci dondolavamo, sempre noi del circo, appese al fil di ferro che serviva per stendere i panni, a casa di cugina Cata. Con quel dondolio il palo che sosteneva il filo ed era semplicemente appoggiato a terra, perse la presa e noi rovinammo giù battendo di nuovo la testa. Rimasi stordita per tre giorni ma non fiatai. Avrei potuto ispirare Gorkij, lo scrittore sovietico autore di “Come fu temprato l’acciaio”, un libro che lessi qualche anno dopo, quando mi buttai in politica.
mercoledì 25 maggio 2011
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Nina che bello leggere ciò che racconti del tuo passato .Anch'io ho avuto 5 sorelle , Ricordo le cose liete e quelle meno liete , ma sappiamo che infondo i ricordi sono utili perchè ci fanno capire il percorso che abbiamo fatto, cosa abbiamo realizzato, eventuali errori e cose ben fatte.
RispondiEliminaInsomma è un resoconto della nostra vita.
Ovviamente le cose si vedono in un modo diverso, però ripercorrere i luoghi dell'infanzia per me è una cosa piacevole.
In fondo sono sempre io! Ciao Nina grazie di essere sempre presente nei miei post . Sei per me una carissima amica . Un bacione Lina
Ciao Lina:
RispondiEliminasapessi come condivido il tuo ultimo pensiero: IN FONDO SONO SEMPRE IO!
li sento risuonare in
"con l'autunno nei capelli e sei ancora tu / quella bimba sul muretto che si sporge giù":
due miei versi che potrei definire il mio manifesto e che ho usato per presentarmi nel mio primo post.
Non è dunque un caso il nostro feeling.
Un caro abbraccio
Nina
Adesso che siamo adulti e presi da ben altri problemi,è facile sdrammatizzare,e tu lo fai benissimo,con tanta intelligente ironia.
RispondiEliminaMa non era facile vivere la nostra infanzia o prima giovinezza in modo "normale",se non ci inventavamo una
vita parallela. Creatività,fantasia,un miscuglio di sogni e desideri tenuti insieme dalla complicità sodale di fratelli e sorelle,per costruire i piccoli sotterfuggi verso i nostri genitori.
Bello il ricordo del circo.Da lontano i costumi erano abbaglianti , luccicosi di paillettes,ma quanti rattoppi,per tenerli insieme,quanto freddo e quanta fame non riuscivano a coprire...
Si è così Chicchina, della fanciullezza il tempo ha filtrato i ricordi rendendoli tutti mitici. E anche se la memoria di tutte le asperità e difficoltà è perfettamente conservata, pure lo sguardo è sereno, e sento che tutto mi è stato prezioso.
RispondiEliminaMi ricordo il senso di solitudine che provavo quando a casa mia c'erano quelle che non si possono definire liti ma tragedie greche. Certo allora ne soffrivamo tutti. Eppure nel guardarli ora, quei cataclismi(la distanza di tempo consente una prospettiva di tutta sicurezza) mi suscitano un sorriso ed anche un certo compiacimento per essere stata testimone e partecipe di quelle vicende a tinte forti. Ed è in fondo questo sentimento che mi spinge a raccontare...
Un abbraccio
Nina
Il tuo racconto del circo mi fa venire in mente quello che Teresa mi ha raccontato, sempre su Bova M., quando venne una compagnia di teatranti, che vi ha fatto molto divertire.Ciao.Franco
RispondiEliminaciao Franco eccoci qua, grazie del tuo saluto.
RispondiEliminaa ritrovarci presto
Nina
Sai una cosa Nina? I Tuoi racconti meriterebbero di essere pubblicati in un libro. Una sorta di "piccole donne" all'italiana, dove storia e cultura si mescolano all'intelligente ironia di una delle protagoniste.
RispondiEliminaMetti allegria, ed è bellissimo cogliere la grande creatività che obbligava a impegnarsi nel mettere in scena i sogni.
Continua a raccontare, mi piace quel Tuo mondo così ben descritto.
Un abbraccio.
cara Francy
RispondiEliminale tue parole mi gratificano molto. In effetti ho messo assieme tanti racconti ispirati ad episodi della mia infanzia e adolescenza, con l'idea di raccoglierli in un libro di cui ho già il titolo: "Quando ero immortale".
La pubblicazione non è un problema perché mi appoggio alla casa editrice "Nina Ed." che ho già sperimentato per una raccolta di poesie, raccontini e piccole biografie, scritti miei e di altri autori limitrofi. (Se ne vuoi sapere di più a disposizione).
Tentenno comunque sempre tra l'aspirazione e il dubbio, perciò lo tengo ancora in cantiere saggiando qualcosa ogni tanto sul blog.
Quindi ti ringrazio per il tuo giudizio; è un incoraggiamento prezioso e particolarmente gradito provenendo da te.
Un abbraccio
Nina
Cara Nina hai modo di raccontare che è cosi visivo e ironico.
RispondiEliminaMi piace tantissimo come scrivi.
Complimentoni!
Buona domenica cara nina, con un bacio.
grazie Rosy
RispondiEliminagradisco molto e ricambio i complimenti
un abbraccio
Nina
Rimane un vero piacere, leggere i racconti dei tuoi ricordi.Saluti a presto
RispondiEliminaE' sempre piacevole leggerti, Nina un abbraccio dolce notte
RispondiEliminaMaurizio
grazie Cavaliere,
RispondiEliminavolevo dirti che l'altro giorno ho provato inutilmente a lasciare un commento sul tuo post con la poesia di Hikmet.
Per qualche ragione a me oscura del web non lo pubblicava(???)
Approfitto adesso per dirti che piace molto anche a me.
Buone cavalcate
Nina
Maurizio grazie,
RispondiEliminati leggo sempre anch'io con piacere e ammiro le tue fotografie.
un caro saluto e a presto
Nina
Quanti bei ricordi Nina, devo ammettere che la memoria è rimasta indenne dopo tutte quelle testate... Mamma mia che mazzate? I Tuoi racconti mi affascinano e divertono molto.Le analogie con la mia infanzia sono molte ,quindi anch'io ritorno indietro nel tempo e sorrido con un velo di nostalgia negli occhi.
RispondiEliminaCiao, un abbraccio.
caro Adamus, per fortuna, come si dice, noi calabresi abbiamo la testa dura!
RispondiEliminaGrazie mille di condividere il piacere della memoria che ritrovo anche nei tuoi post, con un sottofondo musicale ricco di storia e cultura.
Un caro saluto
Nina
Purtroppo Blogger ha problemi sui commenti da una quindicina di giorni,speriamo in una risoluzione.Salutoni a presto
RispondiEliminaNina ti ringrazio del passaggio da me sei sempre gentile un abbraccioo a presto.
RispondiEliminaMaurizio
Ciao Maurizio
RispondiEliminaleggo sempre i tuoi versi (spesso resi speciali da un colore, un passaggio, un suono, un'immagine) e ovviamente ammiro le tue foto.
Buonasera Nina, avrei bisogno di contattarla. Ho letto il suo racconto sul circo di Gulino. Mia mamma da piccola ha lavorato come trapezista al circo di Gulino e sto cercando di rintracciare e rimettere insieme alcuni tasselli della sua infanzia. Le vorrei scrivere in privato per sentire ancora quel racconto e per capire se davvero poteva essere mia mamma. grazie..
RispondiEliminaciao Luna, benvenuta.
RispondiEliminaNon so molto del circo Gulino se non che veniva dalla Sicilia.
In ongi caso, se vuoi contattarmi privatamente, mandami la tua e mail, che non pubblicherò.